Armato di coltello e pistola, Ousseynou Sy mercoledì ha dirottato un bus con a bordo 51 studenti di una scuola media di Crema. Secondo il gip "voleva condizionare politiche sull'immigrazione. Non si è pentito"

"Io, quello che ho fatto, l'ho fatto per salvare vite, basta, per salvare vite, vite umane, per dare un taglio a questo massacro, questo genocidio". È la versione di Ousseynou Sy, l'autista 47enne di origine senegalese che mercoledì ha dirottato e provato a incendiare un bus con a bordo 51 studenti di una scuola media di Crema, raccontata ai pm Alberto Nobili e Luca Poniz che lo hanno interrogato dopo il fermo.

Uno stralcio di quell'interrogatorio, durato circa due ore, è riportato nell'ordinanza di convalida dell'arresto firmata dal gip Tommaso Perna e depositata in tarda mattinata. "L'ho fatto per quello – ha aggiunto l'uomo – . Se può servire a dare uno stop a questo massacro, basta. L'ho fatto. Ecco. Non possiamo chiudere gli occhi e guardare il massacro. In 27 anni che sono in Italia – si è sfogato Sy con i magistrati – , ne ho visti migliaia, centinaia di migliaia di morti. Non si contano neanche piu`. I pescatori pescano solo cadaveri di bambini maciullati dai pesci cani, e voi tutti: 'Ma chi se ne frega, son negri, possono morire ammazzati, va', vengono qua a romperci i coglioni, basta'".

Il difensore di Sy, l'avvocato Davide Lacchini, ha detto a LaPresse che "è prematuro stabilire se il suo assistito fosse in grado di intendere e volere al momento del dirottamento dello scuolabus e "trattandosi di una questione molto complessa e delicata, sarà materia di una valutazione da parte dei periti che verranno nominati dalla Procura". Il gip, che ha interrogato l'uomo in carcere a San Vittore e ha ritenuto che per Sy, accusato di di strage, sequestro di persona, lesioni e resistenza, aggravati dalla finalità di terrorismo, ci siano le esigenze cautelari. 

Secondo il gip Sy voleva condizionare le politiche in tema di immigrazione del governo con il suo gesto. Nell'ordinanza di 24 pagine con cui ha convalidato l'arresto il magistrato parla "dell'aggravante dell'aver commesso il fatto con finalità di terrorismo,rappresentate dall'intento di condizionare i pubblici poteri in relazione alle politiche in materia di accoglimento degli stranieri, di intimidire la popolazione". 

L'uomo aveva con sé un'arma da fuoco e un coltello: "Con minaccia – mostrando un'arma da fuoco (di natura da accertare) e una lama, e poi versando il gasolio contenuto in una tanica appositamente portata a bordo – prima ordinava ad un insegnante di legare con delle fascette i minori trasportati, e poi, sotto la medesima minaccia, deviava il percorso dell'autobus condotto, in tal modo costringendo i passeggeri del pullman a seguirlo verso la destinazione prefissata, ossia l'aeroporto di Linate, ove sarebbe stata compiuta un'invasione della pista dello scalo", scrive il magistrato. 

Inoltre Sy non è pentito. "Infatti, la dimostrazione di volontà resa dall'indagato, il quale non si è pentito dell'azione posta in essere, probabilmente confondendo la liceità del fine ideologico prefigurato (salvare delle vite) con i mezzi adoperati per lo scopo (che hanno invece messo a repentaglio altre vite), nonché il rilievo che egli è rimasto totalmente indifferente rispetto ai rischi mortali ai quali ha esposto una moltitudine di individui che nulla avevano a che vedere con l'ideologia che lo ha spinto ad agire – si legge nell'ordinanza -, tra i quali donne e minori da lui indistintamente adoperati come 'scudo' umanitario". 

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