Rese note le motivazioni della decisione di rinviare al tribunale del Riesame di Reggio la sentenza che ha esiliato Mimmo Lucano dal suo comune 

La Corte di Cassazione ha rinviato al Tribunale del Riesame di Reggio la decisione di "esiliare" il sindaco di Riace, Mimmo Lucano. Il 2 ottobre dell'anno scorso, il sindaco che aveva fatto di Riace un modello internazionale di accoglienza, era finito agli arresti domiciliari per illeciti nell'affidamento della raccolta differenziata a due cooperative di migranti e per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. I giudici del Riesame lo avevano liberato, ma avevano deciso l'obbligo di dimora lontano dal suo comune. 

Lucano ha fatto ricorso e, adesso, la Cassazione ha reso note le motivazioni della sua decisione. Nel rinviare a nuovo esame del Tribuinale reggino, la Suprema Corte ha praticamente smantellato l'impianto accusatorio sostenendo che la legge consente di affidare direttamente appalti (entro i limiti previsti dalle norme comunitarie) alle cooperative sociali "finalizzate all’inserimento lavorativo delle persone svantaggiate". Oltretutto, la decisione del Comune di Riace era stata presa in modo collegiale e con tutti i pareri tecnici previsti e necessari. L'altra accusa, che riguardava, in pratica l'aver celebrato matrimoni "di comodo" per aiutare migranti a restare in Italia, è stata decisamente ridimensionata perché la Cassazione ha notato che si tratta di un solo caso che ha visto coinvolta la sua compagna Lemlem Teshfaun.

Insomma, le argomentazioni della Cassazione sembrano volte a un cambio di direzione del Tribunale del Riesame e condizioneranno, inevitabilmente, la decisione del Gip di Locri che deve decidere sul rinvio a giudizio del sindaco.

 

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