Gli investigatori hanno appurato l'esistenza di due gruppi criminali responsabili, tra le altre cose, di associazione a delinquere aggravata dall’aver favorito un’associazione di tipo mafioso. Il Procuratore Greco: "Stiamo valutando anche la posizione del governatore Attilio Fontana in merito a un'assunzione"

Politici milanesi arrestati e indagati insieme a imprenditori e faccendieri per tangenti e associazione a delinquere. Tra i nomi "eccellenti", il consigliere comunale meneghino di Forza Italia Pietro Tatarella e il sottosegretario allo sviluppo dell'area Expò della Regione Lombardia, Fabio Altitonante (entrambi di Forza Italia, Tatarella è anche candidato alle Europee) e l'ex coordinatore provinciale di Forza Italia di Varese Gioacchino Caianiello. Richiesta l'autorizzazione a procedere per il parlamentare di Forza Italia Diego Sozzani.

Il coinvolgimento del governatore Fontana – L'inchiesta ha riguardato anche il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana? Alla domanda, durante la conferenza stampa di questa mattina, ha risposto il procuratore capo di Milano Francesco Greco: "Stiamo valutando perché un socio dello studio legale di Fontana ha ottenuto un piccolo incarico dalla Regione Lombardia". Greco ha fatto anche sapere che Fontana verrà sentito prossimamente: "Non sappiamo ancora in quale veste".

Dall'inchiesta, infatti, emergerebbe che Fontana non sapeva o non si era accorto di quanto accadeva anche in Regione e che ci potrebbe essere stato un tentativo di corruzione anche nei suoi confronti che sarebbe stato respinto. Non si sa se Fontana (che, nel caso, ne avrebbe avuto l'obbligo) ha denunciato il tentativo. Sul punto è intervenuto anche il ministro degli Interni e leader della Lega, Matteo Salvini:  "Se qualcuno ha tentato di corrompere un governatore leghista che non si è fatto corrompere sono doppiamente orgoglioso".

Fontana, nel pomeriggio, dopo aver ricevuto anche un attestato di solidarietà del sindaco di Milano, Beppe Sala ("E' una persona specchiata") ha spiegato così la situazione: "Voglio che emerga tutta la verità e fino in fondo, in questa vicenda sono parte offesa. Non ho percepito alcun atteggiamento corruttivo nelle interlocuzioni avute".  E poi, l'annuncio della sospensione di Altitonante:  "Ho deciso di sospendere immediatamente l'incarico assegnato al sottosegretario Altitonante  Sono il primo a volere che la verità emerga, tutta e fino in fondo", ha aggiunto Fontana. Infine, un appello alla "coerenza": "Mi permetto di chiedere a tutti un minimo di coerenza e correttezza nella discussione, pur nella polemica politica. Io vado avanti corretto e trasparente come sempre sono stato, consapevole del compito difficile affidatomi dal consenso popolare e dell'utilità del nostro lavoro". 

Gelmini sospende gli iscritti a FI – Sull'inchiesta è arrivata subito anche la presa di posizione di Forza Italia, tramite la coordinatrice regionale Mariastella Gelmini (che è anche capogruppo alla Camera di Forza Italia): "Il coordinamento regionale di Forza Italia Lombardia, ribadendo la propria linea garantista e la convinzione che i propri dirigenti colpiti da provvedimenti cautelari potranno dimostrare l'estraneità ai fatti che vengono loro contestati, ha disposto la temporanea sospensione delle loro cariche all'interno del Movimento. Questo al fine di consentire ai nostri dirigenti indagati di chiarire le loro posizioni nel modo più adeguato e di assicurare il proseguimento dell'attività del partito, impegnato in tutta la Regione in una importante campagna elettorale". 

Sozzani –  Tra gli indagati (per lui è stata chiesta l'autorizzazione a procedere) c'è anche il deputato di Forza Italia Diego Sozzani: "Ho appreso da fonti di stampa la notizia delle indagini sul mio conto. Fino ad ora non ho ricevuto alcuna comunicazione ufficiale né un'informazione di garanzia. E non mi risulta che l'ufficio per le autorizzazioni a procedere della Camera dei Deputati abbia ricevuto richieste nei miei confronti. La dinamica accusatoria riguardante i presunti reati a mio carico mi è totalmente sconosciuta. Posso soltanto dire che, non appena avrò le carte in mano, chiederò un incontro con i magistrati per capire che cosa mi venga contestato. Per il momento, ribadisco la mia totalità estraneità a fatti criminosi e, di fronte a notizie che reputo a dir poco assurde, in modo molto perentorio posso affermare di aver sempre onorato il mio impegno politico con grande spirito di servizio e di rispetto per la cosa pubblica". Sozzani si è anche dichiarato pronto a chiedere alla Gelmini la sospensione da ogni incarico.

L'inchiesta – Doppio filone di indagine nell'inchiesta della Dda e della procura milanesi su un'associazione per delinquere aggravata dall'aver favorito un'associazione di tipo mafioso, corruzione e turbata libertà degli incanti, finalizzati alla spartizione e all'aggiudicazione di appalti pubblici. Nell'inchiesta sono state arrestate 43 persone (12 in carcere, 16 agli arresti domiciliari, 3 all’obbligo di dimora e 12 all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria), fra cui anche politici.

Nella conferenza stampa in cui è stata resa nota l'indagine è intervenuto il procuratore di Milano, Francesco Greco: "Come spesso avviene in Lombardia, politici locali e imprenditori si appoggiano, e a volte sono collusi, con cosche della 'ndrangheta, sul territorio. Il tema è stato affrontato dalla Direzione distrettuale antimafia tante volte. E anche in questo caso emerge una sinergia tra cosche e imprenditori".

I provvedimenti sono stati emessi dal G.I.P. del Tribunale di Milano (Raffaella Mascarino), su richiesta della Procura della Repubblica di Milano -Direzione Distrettuale Antimafia (Procuratore Aggiunto Alessandra Dolci e i Sostituti Procuratori Silvia Bonardi, Adriano Scudieri e Luigi Furno), all’esito di attività investigativa sviluppata dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Busto Arsizio (VA) e dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Monza

Come ha spiegato in conferenza stampa il procuratore capo di Milano Francesco Greco, le indagini riguardano 2 gruppi d'affari, uno in provincia di Varese e uno a Milano. Per spiegare cosa accadesse a Varese secondo l'accusa, il procuratore ha parlato di una realtà da vedersi come un "ambulatorio che riceveva i suoi assistiti. Aveva funzione di ricevere richieste e risolverle". Nel cosiddetto "ambulatorio", un bar di Gallarate, nel varesotto, come a Milano, era Gioacchino Caianiello, ex coordinatore provinciale di Varese di Fi, a fare da riferimento per gli incontri. A Milano gli incontri per gestire i finanziamenti illeciti si svolgevano in un ristorante del centro, 'Da Berti', rinominato "Mensa dei poveri". 

"Il bar del Varesotto lo chiamava 'ambulatorio' perché dava 'una cura' ai suoi 'pazienti', cioè a coloro che che si rivolgevano a lui per piccole raccomandazioni, ma anche per atti corruttivi più gravi", ha detto in conferenza stampa il pm Luigi Furno. Caianiello per gli investigatori avrebbe organizzato "fittizie consulenze", funzionali al sistema di tangenti.

"L'indagine ha avuto un'accelerazione con la campagna elettorale dell'anno scorso" per la Regione Lombardia. Il pm di Milano Silvia Bonardi, parlando di presunti "finanziamenti a politici", ha spiegato che l'imprenditore del settore dei rifiuti Daniele D'Alfonso faceva la "semina" tra i politici. Pietro Tatarella, consigliere comunale di FI, arrestato, secondo l' accusa, lo accompagnava a incontrare il mondo politico.

Tatarella – Pietro Tatarella avrebbe ottenuto dall'imprenditore Daniele D'Alfonso 5mila euro per favorirlo negli appalti dell'Amsa. Inoltre, mettendolo in contatto con primari vertici amministrativi regionali e di Amsa s.p.a., indicandogli, di volta in volta, i soggetti politici destinatari delle illecite erogazioni, accreditandolo, quindi, presso detti ambienti, assicurava così all'imprenditore un "canale preferenziale" con la pubblica amministrazione in vista della partecipazione a gare pubbliche. Dalle indagini è emersa l’esistenza di due gruppi criminali, attivi tra Milano e Varese, costituiti da esponenti politici, amministratori pubblici e imprenditori, che corrompevano pubblici ufficiali per i loro interessi, ottenere appalti e lavori dagli enti pubblici.

Caianiello – Nella ordinanza del Gip si legge che Caianiello "quale capo e organizzatore, sovrintende e coordina tutte le attività della associazione, impartisce direttive agli altri partecipi, definendone compiti e modalità operative, mantiene i rapporti con gli esponenti del mondo politico, essendo figura di assoluto rilievo nel panorama politico di Forza Italia, a livello quantomeno regionale. Per il ruolo di primo piano che svolge nel contesto politico, e quindi nelle assemblee degli enti locali ove il partito in cui milita rappresenta una formazione politica di maggioranza, riesce ad influenzare gli organi amministrativi competenti per il buon esito delle procedure amministrative, oltre che per l'allocazione di risorse pubbliche da parte delle società a partecipazione pubblica che egli di fatto controlla grazie alla sistematica collocazione di persone, a lui strettamente e fiduciariamente riferibili, nei posti apicali di governance". Inoltre, "esercita di fatto funzioni pubbliche nell'ambito di tutte le più importanti società partecipate del varesotto, grazie alla consapevole tolleranza degli amministratori apicali formali che lui stesso ha contribuito in maniera determinante a far nominare nei rispettivi ruoli direttivi".

Caianiello è "al centro di un potentissimo network di conoscenze, interessi, legami che avvincono il potere legale a quello illegale, l'economia alla politica", si legge nella ordinanza del gip Mascarino. "Tutta l'inchiesta – ha spiegato la responsabile della Dda Alessandra Dolci – nasce dalle indagini iniziate anni fa sull'imprenditore Renato Napoli, che avrebbe contatti con la cosca locale di Cormano".

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata