E’ il giorno della verità per la sindaca di Torino Chiara Appendino. E’ arrivata la sentenza sui fatti di piazza San Carlo per tutti gli imputati che hanno scelto il rito abbreviato: sono stati condannati a 18 mesi Appendino, Giordana e Sanna. Fra questi, appunto, la prima cittadina insieme ai vertici delle istituzioni che avevano la responsabilità organizzativa dell’evento finito in tragedia. Il 3 giugno 2017, infatti, durante la proiezione in piazza San Carlo della finale di Champions League Juventus-Real Madrid, nella calca due donne morirono per le lesioni riportate e ci furono più di 1.500 feriti. A generare il panico, un gruppo di ragazzi (già condannati) che avevano spruzzato dello spray urticante fra la folla per riuscire a compiere piccoli furti.
Una situazione imprevedibile, secondo la difesa della sindaca che ne ha chiesto l’assoluzione. Diversa, invece, la visione del procuratore aggiunto Vincenzo Pacileo, che per Appendino aveva chiesto la condanna a un anno e otto mesi. Le accuse sono disastro, omicidio e lesioni colpose. Insieme alla prima cittadina, a giudizio l’ex capo di gabinetto Paolo Giordana, l’ex presidente di Turismo Torino Maurizio Montagnese, l’ex questore Angelo Sanna e l’architetto Enrico Bertoletti. Secondo Pacileo, l’evento non fu organizzato nella maniera corretta e non furono messi in atto provvedimenti necessari a garantire la sicurezza della piazza
La sindaca Appendino, che in passato ha spiegato che “il dolore per quanto accaduto quella notte è ancora vivo e lo porto con me”, ha già sulle spalle una condanna di primo grado a sei mesi per falso in atto pubblico nell’ambito dell’inchiesta Ream. Per questo motivo, lo scorso autunno si è autosospesa dal Movimento 5 Stelle e ha poi annunciato la decisione di non candidarsi per un secondo mandato da sindaca, per le comunali previste in primavera. Ma una ulteriore condanna potrebbe essere comunque un peso difficile da sopportare.