La ministra della Giustizia Cartabia: "La violenza contro le donne è espressione di una cultura di potere e di subordinazione che deve essere estirpata dalle radici"
Se ogni anno l’8 marzo è la Giornata internazionale della Donna, in tempo di Covid dovrebbe esserlo ancora di più. La pandemia infatti ha peggiorato la vita delle donne che si sono trovate a gestire le difficoltà quotidiane, spesso perdendo il lavoro e che hanno subìto – se possibile – ancora più violenze, costrette tra le mura di casa.
Le celebrazioni ufficiali, saltate le scorso anno, si terranno comunque, come è doveroso che sia. Il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, è da sempre vigile e attento sul tema e anche quest’anno ha voluto dedicare alle donne e all’8 marzo una cerimonia dalle stanze del Quirinale. Dalle 11, alla presenza del presidente e delle alte cariche dello Stato ci sarà una cerimonia più intima, come da norme Covid con brani e poesie di Matilde Gioli, brani musicali dedicati a Rosa Balistrieri con Manuela Cricelli (voce) e Peppe Platani (chitarra).
Anche le istituzioni europee celebreranno la giornata con due ospiti d’eccezione: la vice presidente Usa Kamala Harris e la premier della Nuova Zelanda Jacinda Ardern interverranno alla plenaria del Parlamento Ue tramite video-messaggi, come annunciato dal presidente del Parlamento europeo, David Sassoli.
Tante le voci autorevoli che hanno anticipato le celebrazioni. Spicca quella del fondatore del M5S Beppe Grillo che in un post dal titolo “Signore, la storia siete voi” scrive: “Sono le donne a tenere in piedi questo Paese. Le donne faticano molto più di noi maschi, ma decidono molto meno di noi maschi”.
Le parole però si infrangono davanti ai fatti e ai numeri, come quelli evidenziati dal report della Polizia criminale che vede in aumento al 41,1% l’incidenza delle donne uccise nel 2020. “La violenza contro le donne è espressione di una cultura di potere e di subordinazione che deve essere estirpata dalle radici; una cultura che deve essere intercettata dalle prime, apparentemente piccole, manifestazioni per prevenirne tempestivamente le conseguenze più gravi”, dice la ministra della Giustizia, Marta Cartabia. A lanciare l’allarme è anche la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese che chiede alle donne vittime di violenza di denunciare subito perché “discriminazioni e violenze”, prosegue la responsabile del Viminale “hanno conseguenze per l’intera società. Fino a minare le fondamenta della convivenza civile”.
Difficile denunciare però per chi non ha neppure autonomia economica, situazione in cui le donne si trovano da troppo tempo e che la pandemia ha peggiorato. Secondo l’analisi dell’Unione europea delle cooperative (Uecoop), nell’anno del Covid il 70% di tutti i posti di lavoro persi nel 2020 sono di lavoratrici e la situazione rischia di aggravarsi quando finirà il blocco dei licenziamenti previsto dal governo. “Nella pandemia proprio le donne, lo dicono i dati, hanno pagato un prezzo più alto”, conferma la psicologa Maddalena Cialdella. “Aumento drammatico dei femminicidi nel nostro Paese; posti di lavoro persi che al 99 per cento sono quelli della componente femminile della forza produttiva. E una condizione femminile generale ancora lontana da un orizzonte di diritti pienamente riconosciuti. Credo – conclude – sia arrivato il momento, non più procrastinabile di un cambio di passo”.
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