I No Tav: "Oltre mille agenti sul posto, ci sono feriti". Polizia a supporto degli operai per l'allargamento del cantiere

IN AGGIORNAMENTO – Tensioni in Val Susa nella notte nella zona di San Didero, dove dovrebbe sorgere il nuovo autoporto, dopo che la polizia si è portata sul posto. Presente un presidio No Tav che in un primo momento sembrava potesse essere sgomberato: sembra che i manifestanti abbiano lanciato alcuni sassi. La polizia ha risposto con il lancio di lacrimogeni. Secondo alcuni testimoni alcuni lacrimogeni sono stati lanciati ad altezza uomo. La questura fa sapere che le operazioni di allargamento del cantiere Tav che ha interessato la zona di San Didero sono iniziate questa notte. Secondo la questura il bilancio degli scontri di questa notte a San Didero (Torino), nella zona dell’ex autoporto, è di tre feriti tra le forze dell’ordine e di un operaio Telt ferito. Questa mattina, all’arrivo dei manifestanti dalla Valle, la polizia ha effettuato una carica di alleggerimento per tenere le persone lontane dall’area di allargamento del cantiere. Anche i No Tav hanno segnalato questa notte la presenza di feriti tra i manifestanti.
Gli scontri sono andati avanti fino alle 4 del mattino circa. Questa mattina altre persone si stanno radunando in zona, dopo l’appello dei No Tav a presentarsi sul posto alle 8.30. “A San Didero la Resistenza continua! Nonostante l’arrivo di più di 1000 agenti delle forze dell’ordine che continuano a lanciare lacrimogeni in modo indiscriminato puntando ai volti delle persone, e nonostante tra le/i No Tav si contano già alcuni feriti, i/le resistenti si sono recati verso il Presidio ex- Autoporto per trovare riparo e ricompattarsi nella lotta – scrivono i No Tav su Facebook (Notavinfo) – Una manciata di operai, difesi dalle forze di Polizia in tenuta antisommossa, avanzano lentamente nei lavori di distruzione del territorio Valsusino”.
Sul sito Notav.info si legge: “Senza nessuna vergogna, con l’Italia che urla alle terapie intensive e un Governo che non si preoccupa della salute e della tutela dei suoi cittadini, ormai anche in grave crisi economica e sociale, lo Stato sostiene Telt nell’avanzamento di quest’opera scellerata ed ecocida. Una manciata di operai, difesi dalle forze di Polizia in tenuta antisommossa, infatti, sono lentamente avanzati nei lavori di distruzione di un nuovo pezzo del territorio Valsusino. Ma in questa notte, in cui le ruspe provano ad avanzare contro la primavera, il Movimento No Tav continua a resistere mentre si avvicinano le prime luci dell’alba”.

I sindaci della zona hanno fissato una conferenza stampa alle ore 16 in Piazzale Baraccone di San Didero.
Sono circa 200 i manifestanti No Tav che si sono radunati questa mattina a San Didero (Torino), dopo gli scontri con la polizia nella notte nella zona di allargamento del cantiere per il nuovo autoporto in Val Susa. Due piccoli cortei sono partiti alle 8.30 da Brozolo e Borgone Susa per confluire a San Didero. I due cortei per “portare solidarietà ai compagni che stanno resistendo sui tetti” dell’edificio occupato nella zona. I due cortei hanno cercato di avvicinarsi ma sono stati tenuti a distanza dal cordone di polizia.
Le reazioni
“E’ davvero inaccettabile – afferma Sergio Lampo, sindaco di San Didero – che a fronte della grave emergenza sanitaria che tutto il Paese sta vivendo, a cui si aggiunge la mancanza di fondi a sostegno di chi ha perso il lavoro o ha dovuto chiudere la propria attività, il Governo decida di investire ingenti somme di denaro per spostare oltre 1000 agenti delle forze dell’ordine a difendere Telt, il cui unico scopo è quello di accedere ai nuovi fondi europei, devastando la Valle, e condannando a malattie respiratorie e cardiovascolari l’intera popolazione Valsusina”.
“Siamo accorsi ieri sera sui terreni dell’Ex-Autoporto di San Didero – dicono dal movimento No Tav – per difendere l’unico polmone verde della bassa valle, dalle ruspe che con arroganza vogliono radere al suolo ettari di alberi. Inoltre, è importante ricordare che il terreno in questione assorbe da circa quarant’anni tutte le diossine dell’acciaieria circostante, pertanto quegli scavi porteranno in circolo materiali inquinanti ed estremamente nocivi per tutte e tutti. È in atto una vera e propria minaccia alla salute per gli abitanti di questa Valle”.
La Filca Cisl Torino-Canavese condanna le violenze al cantiere di San Didero in Val Susa. “Quattro lavoratori edili sono stati colpiti dal lancio di pietre dai No Tav – spiega Gerri Castelli, segretario Filca Cisl Torino Canavese – È importante tenere alta l’attenzione su questi episodi di intolleranza e violenza che se non debitamente ostacolati e combattuti lasciano nello sconforto e nella paura persone che stanno semplicemente svolgendo il proprio lavoro. Viene da chiedersi com’è possibile che capitino fatti di questo genere in un momento in cui siano in atto una serie di restrizioni sul movimento e assembramento delle persone. Lo Stato deve essere presente. La FILCA CISL di Torino esprime la più ferma condanna di tali gesti e la piena solidarietà e vicinanza ai lavoratori coinvolti”.
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