La politica locale è, come accade da tempo, spaccata sul tema
Dopo una serata di tensioni e scontri, finiti con un vice questore ferito al petto dal lancio di una pietra e trasportato in ospedale, rimane calda la situazione in Valsusa fra No Tav e forze dell’ordine. E, dopo due giorni di proteste, interviene anche il prefetto di Torino Claudio Palomba. Da un lato, per condannare le “ingiustificabili derive di violenza”. Dall’altro, per fare “un accorato appello affinchè legittime manifestazioni non vengano sopraffatte da disordini da parte di gruppi antagonisti”. Esprimere il dissenso liberamente, quindi, ma senza trasformarlo in “una inaccettabile violenza generalizzata nei confronti dei tanti operatori delle Forze dell’ordine impiegati a tutela del cantiere, delle ditte che lavorano nell’area e delle loro maestranze”. Il prefetto confida “nel senso di responsabilità di tutti gli amministratori locali a che nelle manifestazioni già preannunciate per i prossimi giorni vi sia il massimo sforzo comune per evitare qualsiasi deriva violenta da parte di eventuali contestatori motivati da ben altre intenzioni”.
La politica locale è, come accade da tempo, spaccata sul tema. Se tutti condannano le violenze, la posizione sull’opera è ben diversa da uno schieramento all’altro. Il Movimento 5 Stelle di Torino appoggia la protesta e esprime “solidarietà alla popolazione di San Didero e della bassa val Susa per la situazione che sono costretti a subire a causa della volontà di imporre un cantiere inutile per portare avanti un’opera altrettanto inutile”. I pentastellati continuano a ribadire l’inutilità dell’infrastruttra considerata “obsoleta”. Contraria all’opera, scrive su Facebook, anche Valentina Sganga, capogruppo M5S in Comune, secondo la quale “la storia della Torino-Lione sarà molto lunga e, per quanto mi riguarda, l’esito finale rimane ancora da scrivere”.
Di segno completamente opposto la posizione di Fratelli d’Italia, con la parlamentare piemontese Augusta Montaruli che chiede al Governo di riferire in Aula durante la seduta alla Camera e e auspica “pugno duro nei confronti dei violenti e atto di indirizzo a Rfi sui 750 milioni di euro che ci spetterebbero dall’Europa. E’ la risposta che chiediamo all’Esecutivo per stoppare le vergognose azioni violente e di guerriglia a cui assistiamo in queste ore. La Val Susa e Torino meritano sicurezza e certezze. Alla Polizia e a tutta la popolazione valsusina ostaggio dei violenti la nostra solidarietà”.
E, dopo un giorno di silenzio, da alcuni motivato come paura di esporsi in vista di una possibile (ma non probabile) alleanza con il Movimento 5 Stelle alle Comunali del prossimo autunno, anche il Pd interviene sulla questione. Inizia il capogruppo dem alla Camera Davide Gariglio, che intervenendo in Aula chiede “che il governo si attivi per far sì che l’opera venga realizzata compiutamente anche nella tratta italiana, che deve essere ancora finanziata, e affinché la progettazione vada avanti”. La pensa allo stesso modo il capogruppo Pd al Comune di Torino Stefano Lo Russo (papabile candidato sindaco) che parla di una “infrastruttura indispensabile per contribuire al rilancio del sistema territoriale e produttivo”. Lo stesso vale per il suo ‘avversario’ verso la candidatura a primo cittadino Enzo Lavolta, vicepresidente del Consiglio comunale: “La Tav, per me, si fa, non ho mai cambiato idea. Il mio non è solo un deciso sì ma anche un preciso impegno che devo alla città per il rilancio di Torino”. E a chi accusa il centrosinistra di non essersi esposto negli ultimi giorni sulla situazione in Valsusa, almeno in prima battuta, risponde: “Credo che i momenti delicati vadano commentati da chi ha responsabilità di partito. In verità, poi, il movimento di Conte si è espresso positivamente sull’infrastruttura. Se c’erano ambiguità, Conte la ha smarcate. Sono quelle locali ad essere foriere di problemi”.
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