Secondo i manifestanti è stata colpita da un lacrimogeno della polizia, la questura esclude l'ipotesi
Resta tesa la situazione in Val Susa, dove ieri sera ci sono stati nuovi scontri tra No Tav e forze dell’ordine, dopo la manifestazione pacifica avvenuta nel pomeriggio. Secondo gli attivisti una donna è stata ferita gravemente a un occhio da un lacrimogeno sparato dalla polizia: fonti sanitarie confermano per lei 25 giorni di prognosi. La questura di Torino esclude questa possibilità, sottolineando che non ci sono stati incontri ravvicinati tra manifestanti e forze dell’ordine ma solo lancio di lacrimogeni a distanza.
L’attivista, Giovanna Saraceno, 36enne di Pisa, è andata prima al pronto soccorso di Rivoli dove le è stata data una prognosi di 25 giorni. Si trova ora alle Molinette di Torino, dove la prognosi portebbe essere superiore. Secondo l’ospedale è “sveglia e cosciente”, ricoverata nel reparto di Chirurgia d’urgenza. Verrà operata da chirurghi maxillo facciali e neurochirurghi nei prossimi giorni. Per ora resta in osservazione. I No tav hanno fatto sapere in mattinata che “sabato sera, al termine della manifestazione, i No Tav si sono avvicinati al piazzale per portare un saluto ai presidianti che resitono ancora sul tetto. La reazione delle forze dell’ordine è stata come al solito spropositata, con un enorme lancio di lacrimogeni. Un’attivista no tav è grave all’ospedale con emorragia celebrale e fratture al viso, colpita gravemente da un lacrimogeno sparato ad altezza uomo”.
La questura ha però escluso che si tratti di un lacrimogeno, facendo sapere che non c’è stato “nessun contatto diretto tra manifestanti e reparti inquadrati”. “Ieri notte, alle ore 23 circa un centinaio di attivisti travisati – partiti dal campeggio allestito nell’area del comune di San Didero – hanno raggiunto il parcheggio antistante il cantiere dove, per circa un’ora, hanno lanciato sassi, bombe carta,oggetti contundenti ed esploso fuochi d’artificio all’indirizzo dei reparti inquadrati – ha spiegato la questura in una nota – le forze dell’ordine hanno lancaito lacrimogeni e utilizzato mezzi idranti per mantenere a distanza” i manifestanti che si sono “barricati lungo la recinzione della linea ferroviaria, bloccando la circolazione del traffico per circa un’ora”.
“L’occupazione militare del territorio di San Didero – ha detto durante una conferenza stampa convocata nel pomeriggio in Val Susa Loredana Bellone, consigliera comunale di San Didero – è un fatto molto grave ed è inaccettabile che le forze di polizia non permettano il normale svolgimento della vita quotidiana del paese (ndr sospensione e spostamento mercatino produttori locali del sabato mattina)”. Ha inoltre denunciato il “comportamento ignobile delle forze dell’ordine che hanno causato il grave ferimento di Giovanna”. Secondo quanto affermano gli attivisti, la donna è una “valsusina acquisita fin dagli albori del Movimento No Tav. Infatti, è sempre stata presente dal 2005 in poi con sua figlia” è stato detto durante la conferenza stampa del pomeriggio.
“Forse e’ arrivato il momento di pensare all’inapplicabilita’ del beneficio della sospensione condizionale della pena per i reati di questo tipo inerenti all’ordine pubblico”. E’ quanto afferma Eugenio Bravo, segretario generale del sindacato autonomo di polizia Siulp a Torino. “Spiace sempre il ferimento di chicchessia – dichiara – ma un conto è provocare il pericolo come fanno i No Tav violenti per impedire un’opera decisa dal legislatore, altro e’ subirlo come fanno le forze dell’ordine per far rispettare la volontà dello Stato: il confine è chiarissimo”.
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