La SCHEDA di approfondimento

 Il tema immigrazione e migranti è tornato al centro dell’attenzione politica europea, con tutte le tensioni tra i vari Stati dell’Unione riguardo ai ricollocamenti. L’azione dell’Italia va inquadrata nell’ambito comunitario coinvolgendo la protezione delle frontiere europee e la riforma del sistema di accoglienza, in particolare del Regolamento di Dublino, che obbliga i Paesi di primo ingresso in Europa a farsi carico della valutazione di quasi tutte le richieste d’asilo e della gestione degli eventuali rimpatri dei migranti.

 L’organo esecutivo competente in Unione europea in tema di immigrazione è il Commissario agli Affari Interni e Migrazioni in seno alla Commissione Ue, ruolo attualmente ricoperto dalla svedese Ylva Johansson. Nelle relazioni con i Paesi confinanti è coinvolto anche il Commissario per l’Allargamento e la Politica di Vicinato, incarico oggi affidato all’ungherese Olivér Várhelyi. La principale distinzione in termini di immigrazione che va contemplata è quella tra migranti economici e migranti per ragioni umanitarie. Le questioni sono state affrontate in modo distinto dai provvedimenti e dalle operazioni attuate dall’Unione europea.

 Migranti economici

Nel dicembre 2011 è stata adottata la cosiddetta ‘Direttiva del singolo permesso’ che prevede una serie di diritti per i lavoratori non comunitari legalmente residenti negli Stati dell’Unione. Nel 2014 sono state adottate due ulteriori direttive sulle condizioni di entrata e residenza per i lavoratori stagionali. L’obiettivo è semplificare e armonizzare le procedure e dare ai migranti precisi diritti legati al lavoro. Nell’ambito dei migranti economici si inseriscono le politiche di ricongiungimento familiare e la Carta Blu europea. In ogni caso, va sottolineato che ogni Paese dell’Unione regola gli ingressi degli immigrati regolari e i permessi di lavoro in modo autonomo con legislazioni nazionali.

 Richiedenti asilo

Chi ha diritto a una qualche forma di protezione internazionale ha accesso a un canale specifico. Il migrante che si ritiene vittima di persecuzione o vede negati o in pericolo alcuni diritti umani fondamentali può far richiesta di asilo al momento di arrivo in territorio europeo. Da quando fa domanda di protezione diventa richiedente asilo. Una commissione giudica la sua domanda e accorda o meno diversi livelli di protezione (sussidiaria, umanitaria, asilo) e i relativi permessi. Se la domanda viene respinta può fare ricorso.

 In seguito alle pressioni migratorie del 2014, la Commissione ha pubblicato l’ ‘Agenda europea sulla migrazione’ nel maggio 2015, che ha proposto diverse misure: il sistema basato sui punti di crisi, istituito tra l’Easo (European Asylum Support Office), l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera (in precedenza Frontex) e l’Agenzia dell’Unione europea per la cooperazione nell’attività di contrasto (Europol), che opera sul campo con gli Stati membri in prima linea per condurre con rapidità le operazioni di identificazione, registrazione e rilevamento delle impronte digitali dei migranti in arrivo. Il sistema basato sui punti di crisi dovrebbe anche contribuire all’attuazione dei meccanismi di ricollocamento di emergenza di persone che necessitano di protezione internazionale. I ricollocamenti, tuttavia, pur essendo previsti dal Trattato di funzionamento dell’Unione europea sono stati attuati molto lentamente. Per questo, nella pratica, contano di più le iniziative politiche, gli accordi e la diplomazia tra i vari Stati.

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