Covid: AstraZeneca chiede ok Fda a terapia preventiva. Da Ema sì a terza dose Moderna per over 12 immunodepressi

La proposta della casa farmaceutica anglo-svedese potrebbe essere limitata alle persone con sistema immunitario compromesso che non possono ottenere protezione sufficiente dai vaccini

AstraZeneca ha chiesto il via libera negli Stati Uniti per l’uso di emergenza di un farmaco pensato per prevenire il Covid-19. La sigla che identifica il trattamento è AZD7442: si tratta di una terapia a base di anticorpi il cui uso, in caso di autorizzazione, sarebbe probabilmente limitato alle persone con sistema immunitario compromesso che non possono ottenere protezione sufficiente dai vaccini.

La Food and drug administration americana (Fda) ha già autorizzato altri tre farmaci anticorpali, due dei quali possono essere somministrati dopo una possibile esposizione a sintomi del coronavirus, ma il trattamento proposto dalla casa farmaceutica anglo-svedese è differente perché verrebbe dato invece come misura preventiva a persone con un’elevata vulnerabilità al virus. “Prima di tutto vogliamo proteggere i vulnerabili che non sono adeguatamente protetti al vaccino”, “ma in ultima analisi spetterà alle autorità sanitarie stabilire chi sceglieranno di immunizzare”, ha spiegato Menelas Pangaloa, la responsabile di ricerca e sviluppo della società.

La notizia giunge mentre le autorità sanitarie, tanto negli Usa quanto in Europa, si stanno occupando delle terze dosi, i cosiddetti ‘booster shots‘. L’Ema, cioè l’Agenzia europea per i medicinali, dopo avere dato il via libera lunedì alla somministrazione delle terze dosi di Pfizer per persone di età compresa fra 18 e 55 anni, circa sei mesi dopo la seconda dose, oggi ha annunciato che autorizza la terza dose del vaccino Moderna per gli over 12 immunodepressi, da somministrare almeno 28 giorni dopo la seconda dose. “Siamo consapevoli che alcuni Paesi Ue hanno già cominciato a somministrare terze dosi. L’applicazione delle campagne di vaccinazione contro il Covid-19 nell’Unione europea resta prerogativa delle autorità sanitarie responsabili delle campagne di vaccinazione in ogni Stato membro”, ci ha tenuto in ogni caso a precisare Marco Cavaleri, responsabile della strategia per i vaccini dell’Ema.

Intanto negli Usa Johnson & Johnson ha presentato richiesta alla Fda per autorizzare la somministrazione di una dose aggiuntiva del suo vaccino monodose: la casa farmaceutica ha fatto sapere di avere presentato dati relativi a un richiamo da effettuarsi tra due e sei mesi dopo la vaccinazione. L’Fda ha già autorizzato il mese scorso la terza dose di Pfizer per i soggetti vulnerabili e ha in programma un incontro la prossima settimana per valutare l’ok a ulteriori richiami sia per J&J che per Moderna.

Quanto alla pillola anti-Covid prodotta da Merck, lEma ha fatto sapere anche che valuterà “se avviare una ‘rolling review’ nei prossimi giorni”. “L’idea”, ha spiegato Cavaleri nel corso di un briefing, è di capire se i dati sostengano la ‘rolling review