L'ex premier risponde a LaPresse alle accuse di avere fatto da intermediario per un ricco affare

 “Non è un attacco a me, è un attacco alle aziende italiane purtroppo andato a segno con l’aiuto del sistema dell’informazione. Se uno cerca qualcuno per fare il male dell’Italia lo trova sempre in Italia”. Così Massimo D’Alema risponde a LaPresse sulla vicenda della tentata compravendita tra azienda italiane e governo colombiano.

La vicenda riguarda una tentata compravendita, non andata a buon fine, tra il governo colombiano e aziende italiane per alcuni mezzi da guerra, due sommergibili di Fincantieri e aerei di Leonardo. A raccontarlo il sito Sassate e poi La Verità, che ha pubblicato alcuni audio dell’ex premier italiano Massimo D’Alema. Secondo le ricostruzioni D’Alema, supportato da Umberto Bonavita, di uno studio legale di Miami – Robert Allen Law – avrebbe condotto le trattative con i broker colombiani. Il sottosegretario alla Difesa Giorgio Mulè, contattato da LaPresse, non commenta ma chiarisce che, contrariamente a quanto apparso in un articolo stamattina, “l’unico dirigente ad essere stato da me informato e al quale chiesi un chiarimento fu il direttore generale di Leonardo e non il presidente”.

 “Io sono stato contattato da personalità politiche colombiane e le ho messe in contatto con le aziende”. Così Massimo D’Alema risponde a LaPresse sulla vicenda. “Non ero impegnato professionalmente, ma io ho una mia società di consulenza, da dieci anni anni non ho più ruoli parlamentari, ho semplicemente messo in contatto le due parti. Dovrò dire qualcosa e raccontare come stanno le cose, perché si è scatenato il pollaio, ma ora non ho tempo” risponde.

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