L'avvocato della donna: "Era in catalessi e non aveva più la percezione della realtà"
La babysitter del bimbo caduto dal secondo piano a Soliera ha confessato: durante l’udienza di convalida del fermo, ha spiegato al giudice di aver lasciato cadere il bambino. Il gesto sarebbe stato dettato da un malore momentaneo. “Ha raccontato – dice a LaPresse la sua legale, Francesca Neri – che il fatto non è stato frutto di premeditazione, ma di un gesto quasi istintivo. Era in catalessi e non aveva più la percezione della realtà. Dopo aver lanciato il bambino, priva di ogni emozione, ha chiesto aiuto alla signora delle pulizie, al piano di sotto, affermando ‘Tommaso ora è libero’. Frase che ha dovuto ripetere più di una volta perché la colf non capiva cosa fosse successo”. Neri ha anche ribadito come la sua assistita, quel giorno, soffrisse di un forte malessere interiore, che le dava una sensazione quasi di soffocamento e che non le dava pace. “Ha spiegato che soffriva da un po’ di tempo per questo malessere, pativa una mancanza di affetto esterno. Ha ricondotto la sua condizione a un forte stress, dovuto a un’insoddisfazione lavorativa. Prima di prendere servizio come babysitter, è stata segretaria amministrativa e non è riuscita in questo frangente”, ha detto ancora la legale. La 32enne, durante l’udienza, si è mostrata mortificata e molto pentita per il gesto compiuto e spera che il bambino si riprenda presto. L’avvocata non si è opposta all’accusa e non ha chiesto misure alternative al carcere. Il Pm – così come riferito – dovrebbe richiedere di disporre una perizia psichiatrica a carico dell’indagata.
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