A Cosenza ed in altri centri del territorio nazionale i Carabinieri del Comando Provinciale di Cosenza, il personale della Squadre Mobili delle Questure di Cosenza e Catanzaro, e del Servizio centrale Operativo di Roma, i Finanzieri del Comando Provinciale di Cosenza, del Nucleo di Polizia Valutaria di Reggio Calabria, con il GICO del Comando Provinciale di Catanzaro e lo SCICO di Roma, con il coordinamento della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, hanno dato esecuzione all’ordinanza cautelare, emessa dal GIP presso il Tribunale di Catanzaro, nei confronti di 202 indagati, sulla base della ritenuta sussistenza di gravi indizi in ordine ai delitti, a vario titolo ipotizzati, nei loro confronti, tra cui, rispettivamente, associazione di tipo ‘ndranghetistico, associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, aggravato dalle modalità e finalità mafiose, associazione a delinquere finalizzata a commettere delitti inerenti all’organizzazione illecita dell’attività di giochi – anche d’azzardo – e di scommesse, delitti di riciclaggio, autoriciclaggio e trasferimento fraudolento di beni e valori, nonché in ordine ad altri numerosi delitti, anche aggravati dalle modalità e finalità mafiose. Contestualmente è stato eseguito, a cura dei Finanzieri GICO del Comando Provinciale di Catanzaro e lo SCICO di Roma, il sequestro preventivo d’urgenza disposto dal P.M., che dovrà essere sottoposto al vaglio del Giudice per le Indagini Preliminari, di beni immobili, aziende, società, beni mobili registrati, riconducibili a numerosi indagati, per un valore stimato in oltre 72 milioni di euro.
Ci sono anche nomi di primo piano della politica cosentina tra le persone finite agli arresti domiciliari (51) nella maxi-operazione della DDA di Catanzaro che ha indagato 254 persone di cui 139 finite in carcere, con 11 obblighi di dimora ed un divieto di esercizio della professione; gli altri 52 figurano a piede libero. La procura diretta da Nicola Gratteri ha firmato un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari per il sindaco di Rende Marcello Manna, presidente di Anci Calabria; per Giuseppe Munno, assessore dello stesso comune e per Francesco Di Cicco, assessore al comune di Cosenza. Molteplici i capi d’accusa per la maggior parte dei destinatari dei provvedimenti, quasi tutti appartenenti alla malavita cosentina sia di etnia nomade che italiana, tra cui associazione di tipo ‘ndranghetistico finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, a commettere delitti inerenti all’organizzazione illecita dell’attività di giochi – anche d’azzardo – e di scommesse, delitti di riciclaggio, auto-riciclaggio e trasferimento fraudolento di beni e valori, nonché in ordine ad altri numerosi delitti, anche aggravati dalle modalità e finalità mafiose. La conferenza stampa che era stata convocata per le ore 11 nei nuovi locali della Procura catanzarese è stata annullata.
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