L'avvocato Arturo Salerni: "I familiari del 36enne hanno paura di restare a Primavalle"
“Abbiamo avuto conferma che nel caso di Hasib Omerovic, quando gli agenti del commissariato di Primavalle sono entrati in casa sua mancava il decreto di perquisizione”. Lo ha detto a LaPresse l’avvocato Arturo Salerni, legale dei genitori e della sorella del 36ene disabile di etnia rom, precipitato da una finestra del suo appartamento a Roma il 25 luglio scorso durante un controllo di polizia.
Nella casa popolare dove l’uomo viveva con i genitori e i 3 fratelli, erano entrati quattro agenti in borghese del commissariato di Primavalle. I quattro avrebbero picchiato Omerovic con il manico di una scopa, a quanto ha riferito la sorella della vittima, anche lei disabile, che ha assistito alla scena. Il 36enne si sarebbe rifugiato in camera ma gli agenti avrebbero sfondato la porta e dopo alcuni minuti il 36enne sarebbe precipitato da una finestra.
Il controllo sarebbe scattato dopo che ai primi di luglio su Facebook era comparso un post, poi eliminato, in cui Omerovic, che è incensurato, veniva descritto come una persona pericolosa perchè aveva infastidito alcune ragazze del quartiere.
“Da parte della Procura di Roma a noi non ha notificato nulla, quindi non c’era nulla”, ha ribadito il legale della famiglia Omerovic a LaPresse. Adesso, ha aggiunto l’avvocato Salerni, “i familiari del 36enne hanno paura di restare a Primavalle” alla luce di quanto è emerso dalle indagini, affidate alla Squadra Mobile di Roma guidata da Francesco Rattà. “Domani andremo a parlare con il pm Stefano Luciani, titolare del fascicolo – ha concluso l’avvocato Salerno – e poi valuteremo come procedere”.
La procura Roma indaga per tentato omicidio
La Procura di Roma ha aperto un fascicolo per tentato omicidio. Gli inquirenti e gli investigatori della Squadra mobile dovranno accertare se quello in cui il 36enne è rimasto ferito gravemente sia stato un accertamento coordinato da un funzionario di polizia o una decisione presa dagli agenti del commissariato di Primavalle che hanno bussato alla porta dell’uomo, additato in un post su Facebook – poi cancellato – come il molestatore di alcune ragazze del quartiere.
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