Il capitano della nave: "Non lascio il porto se non scendono tutti"

La nave Humanity1 è ancora ferma al porto di Catania. Al momento sono stati fatti sbarcare 149 migranti; tra loro alcuni minorenni, e un neonato. Per la Ong Sos Humanity potrebbero sbarcarne ancora degli altri, con problemi di salute. A bordo della nave Humanity 1 ci sono ancora 35 persone. “I naufraghi sono sfiniti”, spiega a LaPresse la Ong facendo presente che uno di loro ha appena avuto un esaurimento nervoso. 

 

Tutti i minorenni sono stati fatti sbarcare dalla nave Humanity 1 al porto di Catania, dopo l’ispezione medica. A bordo della nave erano in tutto 100 i minori. “È assurdo lasciare il porto di Catania senza che tutti i naufraghi lascino la nave. Sarebbe una cosa illegale“, ha detto Petra Krischok, portavoce di Sos Humanity.

Il capitano della nave: “Non lascio porto se non sbarcano tutti”

“È mio dovere completare il salvataggio delle persone in pericolo, facendole sbarcare tutte al porto di Catania come luogo sicuro. Non posso lasciare il porto finché tutti i sopravvissuti salvati dall’emergenza in mare non siano sbarcati”. Così il capitano della Humanity1, Joachim, appresa la disposizione delle autorità italiane che impongono alla Ong di lasciare il porto di Catania. Alla nave della Sos Humanity, infatti, il Viminale ha consentito solo l’approdo, ieri notte, al porto di Catania, per lo sbarco dei soggetti fragili. Dei 179 in 35, quelli ritenuti non fragili, sono rimasti a bordo della nave e dovranno abbandonare il porto.

“Proprio come le persone già sbarcate – prosegue il capitano – i sopravvissuti rimasti a bordo dell’Humanity 1 sono in condizioni di emergenza: sono fuggiti in condizioni disumane dalla Libia e da allora hanno dovuto sopportare più di due settimane in mare. Durante la breve visita medica di ieri sera, quando i 35 sopravvissuti sono stati considerati sani dalle autorità italiane, non era presente né un traduttore per valutarne le condizioni psicofisiche, e quindi non c’è stata una valutazione psicologica. Inoltre – sottolinea – i 35 sopravvissuti hanno diritto a richiedere asilo e ad una procedura formale di asilo, che può essere svolta solo a terra. Far sbarcare esclusivamente alcuni dei sopravvissuti e respingere tutti gli altri al di fuori delle acque territoriali nazionali è una forma di respingimento collettivo e quindi illegale“, conclude il capitano della Humanity1. 

Legale Humanity1: “Privati del diritto di sbarcare in luogo sicuro”

“Siamo molto preoccupati per i 35 sopravvissuti a bordo dell’Humanity 1 a cui è stato impedito di sbarcare a Catania. Questo li priva sia del loro diritto alla libertà che del loro diritto di sbarcare in un luogo sicuro”. Così Mirka Schäfer, il legale della Ong SOS Humanity, in merito al no per lo sbarco, giunto dalle autorità italiane, per i 35 naufraghi che si trovano ancora a bordo della nave. Ieri notte, infatti, il Viminale, ha consentito lo sbarco solamente dei soggetti fragili che si trovavano a bordo della nave, così dei 179 ne sono rimasti a bordo 35.

“Dopo 11 giorni dal primo salvataggio effettuato dalla Geo Barents, e 8 richieste per l’assegnazione di un luogo sicuro presentate all’Italia, le autorità italiane hanno comunicato questa mattina, al team di Medici Senza Frontiere, che Catania è il porto assegnato per le operazioni di soccorso e di assistenza alle persone che versano in condizioni di emergenza e precarie condizioni di salute, ma non è stato invece assegnato come luogo sicuro dove far sbarcare tutti i sopravvissuti. MSF ribadisce che un’operazione di soccorso si può considerare terminata solamente una volta che tutti i sopravvissuti sono stati fatti sbarcare in un luogo sicuro. Lo sbarco selettivo e parziale, come quello proposto dalle autorità italiane, non è da considerarsi legale secondo le convenzioni di diritto marittimo“. Così in una nota Medici Senza Frontiere in merito all’autorizzazione all’approdo, al porto di Catania, della nave Geo Barents, concessa dalle autorità italiane esclusivamente per lo sbarco dei soggetti più fragili tra i 572 a bordo. “Secondo il diritto internazionale – prosegue – una nave non è responsabile dell’accoglienza a bordo dei sopravvissuti laddove siano possibili soluzioni alternative. Inoltre, il governo responsabile dovrebbe prendere ogni misura necessaria per far sì che i sopravvissuti restino a bordo il minor tempo possibile, secondo quanto stabilito dalle Linee Guida sul Trattamento delle Persone Soccorse in Mare”, conclude Medici Senza Frontiere.

Soumahoro: “Scelta naufraghi su Humanity 1 violazione diritti”

“Selezionare naufraghi è in contrasto con la Convenzione Onu sul diritto del mare. La mancanza di mediatori culturali, inoltre, crea vizi di forma nella procedura. Se i restanti naufraghi verrano respinti, violando art.19, impugneremo questa decisione in tutte le sedi opportune”. Così nei suoi canali social il deputato di Verdi e Sinistra Italiana, Aboubakar Soumahoro, che nella notte ha seguito al porto di Catania lo sbarco dei soggetti fragili che si trovavano a bordo della nave Humanity 1.

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