Il 30 ottobre 1930 il sisma, di magnitudo 5,8, provocò morti e feriti nell'area di Senigallia

Il terremoto avvenuto questa mattina nelle Marche è la scossa più forte registrata nella regione dal 1930. Lo sottolinea sul suo sito l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia dopo il sisma di magnitudo 5,7 che si è verificato al largo della costa pesarese.

Come riportato dall’INGV, le Marche sono un territorio ad alto rischio sismico, caratterizzato da una concentrazione di forti terremoti. La scossa più significativa nell’ultimo secolo è avvenuta il 30 ottobre 1930.

“Dalla mappa della sismicità dal 1985 ad oggi notiamo che in questa area è presente un’attività sismica con eventi e piccole sequenze di magnitudo moderata, come quella del giugno del 2000 con terremoti di magnitudo fino a 3.5″ scrive l’Istituto. Il Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani evidenzia, nelle vicinanze dell’area epicentrale, alcuni terremoti di magnitudo stimata intorno a 5.0 tra i quali ricordiamo a sud dell’evento di oggi  il terremoto del 30 ottobre 1930 (Mw 5.8), nei pressi di Senigallia,  il più significativo terremoto della costa settentrionale marchigiana avvenuto nel Novecento.  

Il terremoto del 30 ottobre è ricordato nella storia sismica come “terremoto di Senigallia” perché è proprio a Senigallia che causò gli effetti più distruttivi: oltre 300 edifici crollarono o divennero pericolanti, altri 2.000 circa furono lesionati gravemente. Fra gli edifici che divennero inagibili ci furono anche il Duomo, la porta Lambertini e l’ospedale cittadino, mentre la chiesa di San Martino crollò durante una funzione religiosa causando alcune vittime. I morti a Senigallia furono 14.

Molti altri centri costieri delle Marche riportarono danni gravi: fra questi FanoNumanaSiroloMondolfoMarottaMontemarciano.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata