Sono 130 le pagine di motivazioni della sentenza di condanna a 8 anni e 4 mesi per l'imprenditore accusato di due stupri

Alberto Genovese ha agito in modo “spregiudicato” secondo un “unico disegno criminoso tra tutti i reati contestati” allo scopo di raggiungere il “massimo piacere personale”. Lo dice la gup nelle motivazioni della sentenza di condanna in abbreviato per l’imprenditore, per due violenze sessuali nei confronti di due vittime, prima stordite con un mix di droghe.

“Le condotte ascritte ad Alberto Genovese appaiono contraddistinte da particolare gravità, considerato soprattutto l’evidente squilibrio – per età, capacità, censo – sussistente fra la sua posizione e quella delle ragazze che frequentavano le sue feste, tutte giovanissime ed attratte dalla presenza di personaggi del mondo dello spettacolo e dal lusso come specchietti per le allodole”. È quanto scrive la gup Chiara Valori in un passaggio delle 130 pagine di motivazioni della sentenza con cui ha condannato Genovese in abbreviato a 8 anni e 4 mesi e la ex fidanzata Sarah Borruso a 2 anni e 5 mesi. Due gli episodi di violenza contestati all’imprenditore, di cui uno in concorso con l’ex compagna. “L’offerta di sostanze stupefacenti di buona qualità, in quantitativi pressoché illimitati, senza pagamento, appariva dunque particolarmente perniciosa sia per la salute delle ragazze che, come si è visto, per quel che accadeva dopo, quando erano ormai ridotte in condizioni di non poter opporre alcuna forma di resistenza o anche di semplice diniego. Particolarmente pregnante appare anche l’intensità del dolo e la spregiudicatezza con cui l’intento edonistico è stato perseguito“, sottolinea il gip.

“Non di meno, deve essere apprezzato il positivo percorso intrapreso da Alberto Genovese dopo la cattura – si legge ancora – non solo egli ha positivamente intrapreso un lungo percorso di disintossicazione, ma si è anche fattivamente adoperato per riparare il danno da reato, formulando offerta risarcitoria reale in favore delle persone offese ed in generale della collettività. Vanno anche apprezzati il corretto comportamento tenuto nel corso del giudizio e la collaborazione processuale prestata”. La gup Chiara Valori ha riconosciuto tuttavia “le circostanze attenuanti generiche” per genovese, valutando positivamente il percorso che ha svolto dopo il suo arresto, avvenuto nell’ottobre 2020. A denunciarlo è stata una modella 18enne, reduce da una sua festa durante la quale l’imprenditore aveva abusato di lei. Per questo e per un secondo episodio di violenza avvenuto nel luglio 2020 ad Ibiza ai danni di una modella 21enne, al quale ha preso parte anche la ex fidanzata di Genovese, Sarah Borruso, l’imprenditore è stato condannato a 8 anni e 4 mesi in abbreviato.

Per la gup Chiara Valori “è del tutto evidente la sussistenza di un unico disegno criminoso fra tutti i reati contestati” all’imprenditore del digitale Alberto Genovese e “lo scopo perseguito è stato sempre evidentemente quello della ricerca del massimo piacere personale, con conseguente possibilità di riconoscere il vincolo della continuazione fra tutti i reati contestati”. 

“Lungi dall’essere state condotte determinate da una condizione di incapacità – si legge ancora -, le pratiche sessuali descritte nei capi di imputazione risultano invece coltivate e costantemente ricercate dal Genovese, che ha scientemente e pervicacemente organizzato la propria vita relazionale intorno ad una sessualità che così intendeva esercitare, sostanzialmente accontentandosi della iniziale disponibilità manifestata dalle ragazze che, attratte dal lusso che lo circondava, dalla supposta capacità di inserirle in un mondo di privilegi o anche solo dalla grande disponibilità di sostanza stupefacente che egli era in grado di procurare, volontariamente si recavano a casa sua e nella sua camera da letto”. 

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