L'accordo accettato dall'avvocato del minore prevede un indennizzo di 50mila euro oltre alle spese per studi, cure e crescita

Shmuel Peleg, nonno di Eitan, il bambino unico sopravvissuto al crollo della funivia sul Mottarone, è pronto a risarcire il nipote – la somma indicata si aggira intorno a 50mila euro – e a provvedere ai suoi studi, alle sue cure e alla sua crescita. È questo, in sintesi, il contenuto dell’accordo proposto, e subito accettato, all’avvocato del minore, Fabrizio Ventimiglia, dai legali dell’ex colonnello dell’esercito israeliano, difeso da Sara Carsaniga e Mauro Pontini, che è accusato di aver rapito il nipote dalla casa della zia Aya Biran, alle porte di Pavia, e di averlo portato in Israele. Accordo che ha ottenuto il via libera della procura e ora dovrà passare al vaglio del gip Pietro Balduzzi, davanti al quale si è aperta l’udienza preliminare a carico del nonno e del presunto complice, l’ex militare Gabriel Alon Abutul.

Nel frattempo, dopo mesi di tensioni, tra il ramo materno e quello paterno della famiglia di Eitan sembra essersi riaccesa la volontà di cercare un dialogo nell’interesse del minore. Dopo la tragedia del Mottarone, nella quale sono morte 14 persone tra cui i genitori, il fratello e i bisnonni di Eitan, il bambino era stato affidato temporaneamente alla zia paterna Aya Biran. Il nonno lo aveva prelevato da casa della zia, a Travacò Siccomario alle porte di Pavia, quando ancora non si era completamente ripreso dalle ferite riportate nel crollo della funivia. Portato a Lugano a bordo di un’auto noleggiata da Alon, Eitan si era imbarcato, superando tutti i controlli di sicurezza, su un volo privato per Tel Aviv. Il suo ritorno in Italia, dopo una durissima battaglia legale davanti alla giustizia israeliana vinta dalla zia Aya, è stato possibile solo a dicembre di un anno fa.

Per questa vicenda, la Procura di Pavia aveva chiesto e ottenuto un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Shmuel Peleg e del presunto complice per sequestro di persona aggravato, sottrazione di minore all’estero e appropriazione indebita del passaporto di Eitan.

In un quadro così complicato, anche l’offerta del nonno di provvedere al futuro del bambino è stata letta come “un gesto di distensione, simbolico ma importante” dall’avvocato Fabrizio Ventimiglia che assiste legalmente Eitan. “Il nostro interesse – ha spiegato – è quello di preservare il rapporto tra il nonno e il nipote, nell’interesse del minore. Nessun risarcimento potrà mai ripristinare la situazione com’era prima del crollo della funivia del Mottarone, ma certamente da parte nostra c’è la massima disponibilità ad accogliere la proposta del nonno”.

Sulla stessa linea anche i legali di Peleg. “Noi vogliamo ringraziare la procura e il tutore di Eitan – ha aggiunto l’avvocato Carsaniga – . Speriamo che questa giornata sia quella in cui si inizi a voltare pagina“. Più cauti, invece, gli avvocati Giuseppe e Emanuele Zanalda, legali della zia Aya Biran, anche lei ammessa come parte civile. “Ai nostri occhi – ha detto l’avvocato Giuseppe Zanalda – un patteggiamento da parte di Shmuel Peleg risulterebbe da parte sua un’ammissione di responsabilità per reati gravi, come il sequestro di persona e la sottrazione di minore all’estero”. La decisione del giudice sui risarcimenti e sull’entità della pena che gli imputati intendono patteggiare arriverà nel corso della prossima udienza, già fissata per il 13 dicembre.

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