Lo scopo è ottenere l'annullamento dell'autorizzazione rilasciata dal commissario straordinario per il rigassificatore

Il Comune di Piombino ha notificato il ricorso al Tar per il Lazio, predisposto dagli avvocati Michele Greco e Michele Lioi, per ottenere l’annullamento dell’autorizzazione rilasciata dal commissario straordinario per il rigassificatore, Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana.

Il corposo ricorso contiene una lunga serie di contestazioni. Tra le tante, spicca la contestata violazione della normativa in materia di rischio di incidente rilevante (cosiddetta ‘Seveso ter’, alla quale il rigassificatore è sottoposto) data, tra l’altro, “dalla manifesta inidoneità della nave Golar Tundra, dal punto di vista strutturale, ad operare in sicurezza nel porto”.
Essendo dotata di serbatoi per il gas naturale liquido ‘a membrana’, non adatti alla navigazione quando si trovano in condizioni di parziale riempimento, la nave – si legge nel ricorso al Tar – non sarebbe “infatti in grado di rispettare – anche perché la certificazione di classe di cui è dotata glielo impedisce – la principale condizione che è stata posta dalla Capitaneria, e cioè di disancorare in caso di necessità, allontanandosi dall’area del porto”. Si tratta di una criticità, secondo il ricorso presentato dal Comune, che “mette a rischio l’intera città di Piombino, dal momento che la nave, in caso di condizioni meteomarine avverse oppure di incidenti durante il processo di rigassificazione che impongono il suo allontanamento dal porto, molto semplicemente non potrà farlo se avrà i serbatoi del gas solo parzialmente riempiti, condizione questa che tuttavia per la nave è intrinseca dal momento che il rigassificatore posto al suo interno lavora a ciclo continuo e viene rifornito solo una volta a settimana”.

Gli avvocati Greco e Lioi hanno inoltre contestato la violazione della normativa in materia di valutazione di impatto sanitario e bonifica dei siti inquinati, oltre che il vizio di eccesso di potere per manifesto travisamento dei presupposti di fatto. Il ricorso contiene infine la richiesta di sospensione cautelare di tutti gli atti impugnati, dato che i lavori hanno avuto inizio e si svolgeranno anche all’interno del sito di bonifica di interesse nazionale e “vi è dunque il fondato pericolo che, in attesa della decisione del ricorso nel merito, si procurino danni mai più riparabili a posteriori”.

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