Il sostituto procuratore generale Francesco Mollace: "E' una sentenza equilibrata"

La Corte d’appello di Roma conferma le condanne nel maxi processo al clan Casamonica e riconosce le accuse di mafia. Dopo oltre 6 ore di camera di consiglio, nell’aula bunker di Rebibbia, la Corte ha confermato nel complesso l’impianto accusatorio, accogliendo il ricorso della procura su quattro posizioni nei confronti delle quali è stata riconosciuta l’aggravante mafiosa. Esclusa solo l’associazione armata.

“È una sentenza equilibrata. Sono state escluse alcune aggravanti e altre confermate ed è stata confermata l’impostazione accusatoria”. Così il sostituto procuratore generale Francesco Mollace commenta la sentenza nel processo d’appello ai Casamonica, nell’aula bunker di Rebibbia. “La procura di Roma ha svolto un gran lavoro e questo è un grande risultato – aggiunge – La decisione si incanala nel solco di altre sentenze come quelle sui clan Spada, Fasciani, Gambacurta, che hanno riconosciuto l’esistenza della mafia nel territorio laziale”, ha aggiunto il pg che ha rappresentato in aula l’accusa insieme ai pm Giovanni Musarò e Stefano Luciani.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata