Un'indagine dei Nas ha evidenziato lanci di oggetti, calci, pugni, schiaffi e atti di umiliazione quasi quotidiani
Botte e insulti su ragazzi disabili, punizioni corporali, violenze fisiche e psicologiche su persone affette da disturbi dello spettro autistico in uno dei centri fiori all’occhiello di tutta l’Umbria. Sono gravissime le accuse di maltrattamenti che la Procura di Perugia muove nei confronti di sette fra operatori ed educatori – tre ai domiciliari raggiunti da ordinanza di custodia cautelare del gip e altri quattro perquisiti -, tutti alle dipendenze del centro ‘Forabosco’ della Fondazione Aurap. Indagato anche lo psichiatra direttore sanitario della struttura. Almeno quattro sarebbero le vittime di lanci di oggetti, calci, pugni, schiaffi, atti di umiliazione, stando alle indagini dei carabinieri Nas di Perugia.
Alla fine dello scorso anno la prima denuncia presentata dal padre di un ragazzo, da luglio 2022 l’inchiesta affidata al Nucleo antisofisticazione dell’Arma, che con intercettazioni telefoniche, ambientali e immagini delle telecamere di video sorveglianza installate all’interno avrebbe riscontrato violenze su base quasi quotidiana.
La Fondazione Aurap è nata nel 2012 come evoluzione dell’Associazione umbra ricerca e assistenza soggetti psicotici. Tra i fondatori gli stessi genitori dei ragazzi, che ora non credono a quanto leggono. “Castelli di carte“, dice raggiunto da LaPresse il presidente dell’impresa sociale, Gabriele Ferranti, padre di un utente e incredulo di fronte a quanto prospettato dagli inquirenti guidati da Raffale Cantone. “Se ci sono mele marce è giusto che paghino e le manderemo via“, afferma, però con lo scetticismo di chi non può immaginare che ciò sia vero e raccontando di non essersi mai reso conto di nulla, né di aver avuto segnalazioni dai ragazzi.
Al mattino di venerdì lo shock dei carabinieri di Perugia, presenti in massa nell’ex azienda agricola di proprietà del Comune. Un immobile che lo storico assessore perugino al Patrimonio, Elio Censi, scomparso a settembre all’età di 71 anni (la figlia è nel consiglio di amministrazione della Fondazione Aurap), volle trasformare in centro residenziale e laboratorio di inclusione sociale per persone autistiche a partire da attività agricole, food e hospitality molto ben avviate sul territorio. All’incredulità di alcuni dei genitori vanno contrapposte le evidenze in mano agli inquirenti, che ritengono il quadro probatorio incontrovertibile: video e fotogrammi di cui il procuratore Cantone non ha autorizzato la divulgazione, ma che mostrerebbero palesi atti di violenza compiuti nel soggiorno del casale sito a Collestrada, frazione di Perugia lungo la strada vicinale per Brufa, all’estrema periferia del capoluogo, fra il Tevere e l’aeroporto S. Francesco d’Assisi. È qui che gli investigatori avrebbero registrato “condotte vessatorie fisiche e verbali, intimidazioni anche mediante strattoni, percosse, insulti, lancio di oggetti, calci, schiaffi e pugni” che si sarebbero verificati di fronte ad altri ospiti disabili e ai colleghi’, che avrebbero assistito senza bloccare né denunciare. In caso di punizione i più irrequieti sarebbero stati costretti con la forza a rimanere per lunghi periodi, anche intere giornate, seduti su poltrone e divani. Se tutto fosse confermato sarebbe una ferita aperta nel sistema di welfare perugino. È atteso nei prossimi giorni l’interrogatorio di garanzia davanti al gip, quando gli indagati avranno anche nominato propri avvocati di fiducia.
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