Cronaca

Messina Denaro, gli inquirenti: “Catturato ultimo stragista”

La conferenza stampa della Procura di Palermo e dei Ros sull’arresto di Matteo Messina Denaro. Dalla caserma della Legione Carabinieri Sicilia gli inquirenti illustreranno tutti i dettagli sulla cattura del superlatitante. “È stato catturato l’ultimo stragista”, ha detto il procuratore palermitano, Maurizio De Lucia. “Non sono servite nemmeno le manette“, ha precisato: “Siamo entrati con le divise per farci riconoscere. Avevamo due cordoni di sicurezza. Un’operazione perfetta“. Il documento di identità che utilizzava in ospedale “a prima vista non è un falso“, ha spiegato, “ma aspettiamo le analisi più approfondite sul documento”. Il procuratore aggiunto Paolo Luca ha poi spiegato: “Era appena entrato nella struttura per accreditarsi quando è uscito un secondo nel vialetto laterale e lì lo abbiamo bloccato”. 

Tuttavia, ha continuato De Lucia, “sarebbe l’errore più grave pensare che la mafia sia stata sconfitta”. Anche se “quello di oggi è un passaggio importante, la gente ha gioito, ha applaudito i carabinieri che stavano lavorando”. 

“L’indagine si basa su due pilastri fondamentali: uno è quello delle intercettazioni che, se fosse il caso di ribadirlo, sono indispensabili e irrinunciabili per il contrasto alla criminalità organizzata di stampo mafioso. Senza le intercettazioni non si possono fare le indagini e le indagini non portano a nessun risultato. Questa è la cosa più importante che deve essere chiara”. Così De Lucia ha raccontato l’arresto. Un’affermazione che sembra fare riferimento alla volontà di cambiare la normativa su questo strumento investigativo da parte del ministro della Giustizia, Carlo Nordio. 

Sul perché la latitanza di Messina Denaro sia durata così tanto, De Lucia ha detto: “C’è stata certamente una fetta di borghesia che negli anni ha aiutato Messina Denaro e le nostre indagini ora stanno puntando su questo”. La partita, ora, “si sposta sulla caccia alla rete di protezioni e connivenze che hanno permesso a Messina Denaro di restare latitante 30 anni. Chi pensa che la partita sia vinta si sbaglia di grosso”, ha aggiunto De Lucia, annunciando che domani il procuratore nazionale antimafia Pasquale Melillo sarà a Palermo per fare il punto delle indagini. 

Il procuratore aggiunto della Dda di Palermo, Paolo Guido, ha poi precisato che “le condizioni di salute” di Matteo Messina Denaro “sono compatibili con il carcere. È apparso in buona salute, di buon aspetto. Indossava dei beni decisamente di lusso, da questo possiamo desumere che le sue condizioni economiche in questo momento erano tutt’altro che difficili. sarà certamente curato, ma in una struttura carceraria”. In particolare, il latitante al momento dell’arresto indossava un orologio Frank-Miller dal valore di 30-35mila euro. Sul ruolo del boss all’interno di Cosa Nostra, ha detto: “Fino a ieri era il capo, da domani vedremo“. Sul luogo dove il boss si trova al momento, Guido ha spiegato: “Per quanto ne so è ancora in un istituto siciliano, poi chissà“.

Messina Denaro, quando è stato arrestato, non era armato e non aveva addosso un giubbotto antiproiettile. “Aveva un profilo perfettamente in linea con il profilo di un utente medio di quella clinica“, ha dichiarato Guido. “Non sapevamo che aspetto avesse: abbiamo controllat0 i documenti e lì lo abbiamo visto per la prima volta”, ha precisato: “C’è stata una forte accelerazione negli ultimi giorni, da qualche giorno avevamo identificato la prenotazione di un soggetto che aveva prenotato la visita oggi, in termini di proiezione ce lo aspettavamo, ma la certezza l’abbiamo avuto solo stamattina”, ha aggiunto. “Avevamo un nome, sapevamo della malattia e abbiamo cominciato una ricerca incrociata nel database del sistema sanitario nazionale cercando un uomo di 60 anni malato oncologico ed è venuto fuori la prenotazione della terapia per oggi”. Non ci sono evidenze, ha proseguito, “che ci portano a dire che la clinica Maddalena sia coinvolta nella latitanza di Messina Denaro anche perché la procedura per curarsi seguita dal latitante non ha coinvolto la struttura, ma è stata fatta attraverso il portale del sistema sanitario nazionale”.

L’ex latitante “recupererà la seduta di chemioterapia a cui doveva sottoporsi nei prossimi giorni in una struttura carceraria attrezzata per le cure oncologiche”. Sulle condizioni di salute, ha detto che non c’è ancora un’idea chiara: “non credo che abbia sei mesi di vita, non sta bene, ma dovrebbe avere un’aspettativa di vita maggiore“.

A conclusione della conferenza stampa, un applauso ha accolto l’uscita dei Carabinieri dal Comando Legione Carabinieri di Sicilia. Alla manifestazione, organizzata fuori dal Comando regionale a Palermo, hanno partecipato le associazioni Addiopizzo, Libera e la Fondazione Falcone. “Ci date la forza di andare avanti”, ha detto il capo di stato maggiore Pasquale Vasaturo.

Già prima della conferenza, il pm aveva anticipato che Messina Denaro è stato catturato senza l’aiuto di pentiti. I magistrati della Direzione distrettuale antimafia da oltre due anni lavoravano sulla malattia del superlatitante: ascoltando parenti e fiancheggiatori in decine di indagini era emerso il cancro del sessantenne superboss. Accertata la malattia la caccia è cominciata: negli ultimi due anni ogni sessantenne maschio, malato oncologico con i tratti somatici compatibili con gli identikit creati negli anni è stato passato in rassegna in tutti gli ospedali e le cliniche private in Sicilia e in Italia.