Sostiene però di non averlo riconosciuto alla somministrazione

Spuntano ancora testimoni dopo l’arresto di Matteo Messina Denaro. “Io e Matteo Messina Denaro siamo praticamente cresciuti insieme, sin da piccoli. Vivevamo nello stesso quartiere, giocavamo a pallone. Poi a vent’anni ci siamo persi di vista finché non è venuto in ospedale, sotto il falso nome di Andrea Bonafede, a fare i vaccini. Sono stato io stesso a somministrargli la dose eppure non l’ho riconosciuto, anche perché probabilmente è venuto con la mascherina e con gli occhiali da sole e dopo trent’anni sarebbe stato impossibile riconoscerlo. Ora, ripensandoci, è un po’ cambiato ma la fisionomia è sempre quella”. Lo dice a LaPresse un operatore sanitario amico d’infanzia del boss che “ha fatto la prima dose il 18 marzo del 2021 all’hub vaccinale di Castelvetrano”.

Messina Denaro “si è vaccinato come paziente fragile – attestato da un certificato oncologico – usando il codice fiscale di Andrea Bonafede che, quindi, non ha mai potuto fare neanche una dose”.

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