Anche questo appartamento si trova a Campobello di Mazara. Intanto a Palermo in corso l'interrogatorio di garanzia dell'autista, Giovanni Luppino

È stata posta sotto sequestro la casa di proprietà della mamma di Andrea Bonafede, il presunto prestanome di Matteo Messina Denaro, indagato per associazione mafiosa e favoreggiamento. La donna risulta intestataria di un appartamento all’angolo tra la via Marsala e la via Cusmano a Campobello di Mazara. La casa si trova al pian terreno e ha due ingressi ma all’interno, secondo quanto si apprende, non ci viveva nessuno. Infatti la donna vive nella casa di Tre Fontane insieme a una delle sue figlie. 

 

 

Gip convalida arresto autista

Dopo l’interrogatorio di garanzia nel carcere Pagliarelli di Palermo è stato convalidato l’arresto di Giovanni Luppino, l’autista del boss Matteo Messina Denaro arrestato lunedì con il latitante. Secondo quanto si apprende il giudice si è riservato di decidere sulla richiesta di misura cautelare in carcere. A Luppino il Gip Fabio Pilato contesta la procurata inosservanza della pena e favoreggiamento aggravati dal metodo mafioso. Luppino è difeso dall’avvocato Giuseppe Ferro, che all’uscita dall’udienza ha raccontato a LaPresse: “Luppino non ha esitato a rispondere a tutte le domande del gip spiegando che non sapeva che si trattasse di Matteo Messina Denaro ma che Andrea Bonafede glielo aveva presentato con il nome di Francesco, dicendo che fosse suo cognato. Lui lo ha accompagnato in ospedale per la chemioterapia per solidarietà umana“. I due, ha continuato Ferro, si sarebbero conosciuti “tempo fa” e “la mattina del 16 gennaio il boss – come ‘cognato di Bonafede’ – si è presentato a casa sua ricordandogli che già si conoscevano, e gli ha chiesto la cortesia di accompagnarlo perché stava male“.

Il legale del medico di base: “Pronto a collaborare”

“Il dottor Tumbarello aspetta con fiducia l’esito delle indagini e si è messo a disposizione dell’autorità giudiziaria fornendo tutti gli elementi utili per la ricostruzione dei fatti”. Lo dice a LaPresse l’avvocato Giuseppe Pantaleo, il difensore del medico di base Alfonso Tumbarello, indagato nell’ambito dell’inchiesta della rete di favoreggiamento del boss Matteo Messina Denaro. È sereno? “Come una persona che si trova in una situazione più grande di lui e non gradevole. È comunque molto fiducioso nella magistratura. Quando lui è stato contattato dalla polizia giudiziaria e dagli organi inquirenti ha dato ovviamente la sua disponibilità a collaborare per la definizione dei fatti che riguardano la sua vicenda”, ha concluso.

Altra visita per chemioterapia al boss

Altra visita di Luciano Mutti, primario di oncologia dell’ospedale San Salvatore dell’Aquila, per cominciare la chemioterapia al boss di Cosa nostra Matteo Messina Denaro. In una stanza attigua alla sua cella, al detenuto presto sarà somministrata una flebo con i farmaci necessari per arrestare l’avanzata del tumore al colon, in forma aggressiva, di cui Messina Denaro è affetto dal 2020. Tutto è organizzato per il trattamento e soprattutto nel caso di complicazioni e di crisi di rigetto durante la somministrazione. Il boss è in isolamento al 41 bis nel carcere di Preturo all’Aquila da martedì.

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