A Campobello di Mazara, nel Trapanese, si moltiplicano le testimonianze dopo l’arresto di Matteo Messina Denaro. “Non siamo sicuri di quello che abbiamo visto, io personalmente ho visto una sagoma con un cappello molto visibile. Vedendo le foto sui giornali aveva quel cappello”, ma “non sono sicuro che fosse lui”. Così parlando ai giornalisti il signor Giancarlo, tuttofare del supermercato Coop di Campobello di Mazara, in cui Matteo Messina Denaro si sarebbe recato sabato, due giorni prima di essere fermato, per fare spesa. “Sono arrivati i carabinieri perché, sotto ordine del magistrato, hanno sequestrato l’hard disk della video sorveglianza. Di quel giorno – prosegue il commesso nel suo racconto – mi ricordo vagamente di questa persona; ho visto una sagoma che gli assomigliava con un cappello, ma non sono sicuro che potesse essere lui”. “Non l’ho mai notato con una donna o con qualcuno”, ha aggiunto rispondendo a una domanda, “mi ricordo solo di sabato perché ho avuto un flashback di questa sagomam ma non sono sicuro che fosse lui”.
Uno scontrino, emesso alle 11.08 di sabato 14 gennaio del supermercato di viale Risorgimento, a circa tre chilometri della casa di via Cb31 di Matteo Messina Denaro. È quello che hanno trovato i carabinieri del Ros durante le perquisizioni. “Una spesa complessiva di 26,61 euro”, hanno scritto i carabinieri del Ros in una nota inviata alla procura di Palermo. Tritato, due birre Dreher e una bottiglia di detersivo Dixan, il contenuto della busta del supermercato Coop.
“Ulteriori elementi emergevano dall’ispezione nelle altre stanze – prosegue la nota – in una si trovava posizionata la panca per l’allenamento e diverse paia di scarpe di marca, in un’altra veniva rinvenuta la slot della Sim Card “1 Mobile”, circostanza questa che faceva valutare la possibile riconducibilità all’utenza cellulare 377*****, che veniva rinvenuta nella disponibilità del latitante al momento del suo arresto”.
I figli dell’autista Giovanni Luppino sono stati indagati per favoreggiamento.