Per i giudici del tribunale di Milano l'ex premier non ha corrotto i testimoni per mentire ai magistrati sulle 'cene di Arcore'. Il Cav sui social: "Undici anni di fango e sofferenze"

Silvio Berlusconi non ha corrotto i testimoni per mentire ai magistrati sulle ‘cene di Arcore’. Lo hanno stabilito i giudici del tribunale di Milano Marco Tremolada, Mauro Gallina e Silvana Pucci, nel processo Ruby ter assolvendo l’ex presidente del Consiglio perché “il fatto non sussiste“. Con lui assolti 28 coimputati fra ragazze (21, inclusa Karima El Mahroug nota come ‘Ruby’), giornalisti e avvocati accusati a vario titolo di corruzione in atti giudiziari, falsa testimonianza, false informazioni ai pm, riciclaggio e favoreggiamento della prostituzione. Inutilizzabili le testimonianze delle ex ‘Olgettine’ – secondo il collegio della settima sezione penale – in quanto “non potevano legittimamente rivestire l’ufficio pubblico di testimone” nei processi Ruby 1 e Ruby bis perché “indagate di reato connesso”, ha precisato il tribunale con una nota, in attesa delle motivazioni che dovrebbero arrivare entro 90 giorni.

Immediate le reazioni, politiche e non, al dispositivo letto in aula bunker di San Vittore a Milano. Il leader di Forza Italia ha affidato ai social il suo pensiero, parlando di “undici anni di sofferenze, di fango e di danni politici incalcolabili“. “Ho avuto la fortuna di essere giudicato da magistrati che hanno saputo mantenersi indipendenti, imparziali e corretti di fronte alle accuse infondate che mi erano state rivolte”. Il suo legale, l’avvocato Federico Cecconi, a caldo ha parlato di sospiro di “sollievo su una vicenda che lo ha impegnato emotivamente. L’assoluzione con la formula più ampia possibile”, prosegue, deve mettere la “parola fine” a una storia su cui “tre tribunali diversi sono pervenuti alle stesse conclusioni”.

Al momento della pronuncia si è presentata anche Karima ‘Ruby’ El Mahroug che si è detta “provata e felice, ho fatto bene a credere nella giustizia italiana, oggi ho una sensazione di libertà“. Karima ha stretto la mano ai pm titolari dell’inchiesta, Tiziana Siciliano e Luca Gaglio, e ha consegnato loro una copia in anteprima del suo libro-biografia che verrà presentato giovedì mattina alle 11.30 all’Hotel Diana a Milano. Berlusconi? “Potrò solamente essergli grata”, ha risposto aggiungendo di aver pensato spesso che sarebbe stato meglio “non averlo mai incontrato”. Dura la famiglia del Cavaliere. Per Marina Berlusconi infatti si tratta di una “vittoria che ha avuto un prezzo troppo alto” e un’inchiesta “nata sul nulla” e “portata avanti con furioso accanimento ideologico da una piccola ma potente parte della magistratura – ha concluso la presidente di Fininvest – ha segnato e condizionato la storia e la politica del nostro Paese, la sua stessa immagine all’estero”. 

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