Nella strage sono morte 29 persone: a 6 anni di distanza la sentenza

È il 18 gennaio 2017 nell’hotel a Rigopiano. Quattro scosse di magnitudo fra 5,1 e 5,4 scuotono l’Italia centrale: forse a causa del sisma una slavina si stacca dal Gran Sasso, in Abruzzo. In un hotel a Rigopiano, località turistica del comune di Farindola, in provincia di Pescara, sono bloccate dalla neve 40 persone, tra queste 4 bambini. Alle 17 una valanga sfonda l’edificio trascinandolo per 10 metri.

Il mattino seguente, lo scenario che si presenta ai primi soccorritori è agghiacciante: 29 morti. Claudio Baldini e Sara Angelozzi, 40enni di Atri, Luciano Caporale, 54enne e la moglie Silvana Angelucci, 46enne di Castel Frentano (Chieti), Valentina Cicioni, 32enne di Monterotondo (Roma), salvo il marito Giampaolo Matrone; Sebastiano di Carlo, 49enne e la moglie Nadia Acconciamessa, 47enne, salvo il figlio Edoardo. Domenico di Michelangelo, 41enne, e la moglie Marina Serraiocco, 36enne di Osimo, salvo il figlio Samuel; Piero Di Pietro, 53enne, la moglie Rosa Barbara Nobilio, 51enne di Loreto Aprutino (Pescara); Stefano Feniello, 28enne di Valva (Salerno), salva la fidanzata Francesca Bronzi; Marco Tanda, 25enne di Macerata, e la fidanzata Jessica Tinari, 24enne di Vasto (Chieti); Tobia Foresta, 60enne, e la moglie 50enne Bianca Iudicone di Montesilvano (Pescara); Marco Vagnarelli, 44enne, e la compagna Paola Tommasini, 46enne di Castignano (Ascoli).

Le vittime tra i lavoratori dell’albergo sono il proprietario Roberto Del Rosso, 53enne, Alessandro Giancaterino, 42enne del posto; Alessandro Riccetti, 33enne di Terni; Emanuele Bonifazi, 32enne di Pioraco (Macerata); Gabriele D’Angelo, 31enne di Penne (Pescara); Ilaria De Biase, 22enne di Chieti; Marinella Colangeli, 32enne di Farindola, Cecilia Martella e Linda Salzetta, 31enne del posto, salvo il fratello Fabio. Luana Biferi, 30enne di Bisenti (Teramo) e Dame Faye, 30enne senegalese.

Il 24 novembre la Procura di Pescara chiede 141 anni per 25 dei 30 imputati del processo. Gli imputati sono accusati, a vario titolo, di reati che vanno dall’omicidio colposo plurimo, disastro colposo e lesioni colpose, falso e abusi edilizi. La richiesta più pesante è arrivata per Francesco Provolo, ex prefetto di Pescara con 12 anni, 11 anni e 4 mesi per il sindaco di Farindola Ilario Lacchetta e ancora 6 anni di reclusione per l’ex presidente della Provincia di Pescara, Antonio Di Marco.

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