Gianpaolo Matrone parla a LaPresse dopo la sentenza che ha visto 25 assoluzioni e 5 condanne per la strage del 2017
E’ arrivata la sentenza per la strade di Rigopiano del 18 gennaio 2017: 25 condanne, 5 assoluzioni. I parenti hanno criticato la sentenza. “Mi hanno ammazzato per la terza volta: la prima volta quando ci hanno scortato, il giorno prima, verso la morte. La seconda volta quando ci hanno lasciato lì come i topi e come i cani, sotto le macerie, sotto quella tomba. E ora oggi. Vorrei dire al giudice che dei soldi che ci ha promesso non ci facciamo niente: a noi serviva una pena severa o giusta, per noi e per tutta l’Italia. Ci ho provato a credere allo Stato, ma lo Stato non esiste. Oggi, oltre a essere morti noi, è morta tutta l’Italia con noi. Non me lo aspettavo”. Così a LaPresse Gianpaolo Matrone, sopravvissuto alla strage di Rigopiano dopo aver trascorso 62 ore sotto le macerie: nel crollo dell’hotel, travolto da una valanga il 18 gennaio 2017, morì la moglie.
“In tutti questi anni abbiamo cercato di andare avanti. Avevo promesso a mia figlia che dal giorno dopo saremmo tornati a vivere, purtroppo da domani continuo a sopravvivere. Mia figlia non c’entra nulla, ha già perso la mamma. Mi ha mandato un messaggino per dirmi ‘li hai mandati in galera?’. Ora stasera torno a casa e le dico che in galera non ci va nessuno, che al giudice non interessa nulla, che tanto lui torna a casa e starà con la sua famiglia. Per noi invece non è così, soprattutto per me”, conclude.
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