Ieri era già stato fermato un uomo di nazionalità turca, come confermato dal ministro Piantedosi. Sale il bilancio delle vittime

I carabinieri di Crotone avrebbero individuato altre due persone ritenute presunti scafisti dell’imbarcazione carica di migranti che ieri mattina è naufragata, provocando una strage davanti alla spiaggia di Steccato di Cutro. Secondo quanto trapela dagli investigatori si tratta di due persone che una volta toccato terra dopo il naufragio a pochi metri dalla riva dello Jonio calabrese sono stati visti scappare. Intanto è salito il bilancio delle vittime accertate: sono 63. Nel pomeriggio è stato recuperato il corpo di una donna di 30 anni circa. Nel mattino, invece, il corpo di un uomo è stato trovato sulla spiaggia ad alcune centinaia di metri dal luogo del disastro mentre un altro sulla spiaggia di Le Castelle, a 3.5 miglia marine dal luogo del naufragio. I migranti tratti in salvo sono 81, di cui 59 collocati presso il locale Centro di accoglienza per richiedenti asilo. Ventidue le persone che hanno avuto bisogno di cure mediche al Pronto Soccorso.

 

Ieri era già stato emesso un provvedimento di fermo nei confronti di un soggetto di nazionalità turca, come confermato dallo stesso ministro degli Interni Matteo Piantedosi durante la conferenza stampa in prefettura. Nelle prossime ore si attende l’ufficialità di altri provvedimenti da parte della procura crotonese guidata da Giuseppe Capoccia.

Msf: “Ogni famiglia salvata ha visto un lutto”

Negli hangar a Crotone ci sono 60 persone: sono i sopravvissuti del naufragio al largo di Cutro, nel quale hanno perso la vita 63 persone. Sono per lo più nuclei familiari, come racconta Sergio Di Dato, responsabile dell’intervento di Medici Senza Frontiere: “Ognuno ha perso un familiare”. “Abbiamo soccorso un ragazzo di 16 anni che era partito dall’Afghanistan con la sorella – racconta – lei purtroppo non ce l’ha fatta. Al telefono con i genitori, però, questo ragazzo ha detto che la sorella era in ospedale”. Msf ha salvato anche un padre di 40 anni, partito sempre dall’Afghanistan, insieme con tutta la famiglia: “Ha perso 3 figli di 11, 9 e 5 anni e la moglie. Sono rimasti solo lui e un altro figlio di 14 anni. Si sente in colpa”. “È inaccettabile – sottolinea Di Dato – abbiamo di fronte persone che lasciano il proprio Paese perché non hanno alternative e invece sentiamo dire che occorre impedire le partenze e che le persone si spostano in cerca di una vita migliore”. 

Msf: 81 persone smistate, 6 minori sotto i 12 anni in ospedale

Sono in totale 81 le persone sopravvissute al naufragio davanti le coste di Cutro, smistate nei vari centri allestiti tra Crotone, Cosenza e Catanzaro, mentre sono 6 i minori sotto i 12 anni che sono stati portati in ospedale. Lo fa sapere Sergio Di Dato, responsabile dell’intervento di Medici Senza Frontiere intervenuto in conferenza stampa dal posto.

Msf: “Rotta Mediterraneo centrale la più pericolosa”

“Ad oggi la rotta più pericolosa è quella del Mediterraneo centrale e questo è il motivo per il quale non siamo concentrati su quel tratto di mare”. Lo ha detto Marco Bertotto di Medici Senza Frontiere. “Il team Msf di Lesbo – ha affermato – due settimane fa ha preso contatti con gruppi di sopravvissuti a naufragi avvenuti davanti alle coste greche. Possiamo attenderci che anche questa rotta diventi pericolosa e dobbiamo pensare a come far fronte a questa necessità”.

Msf: “Rotta silenziosa ma +20% nel 2022”

“Lo scorso anno, da quella rotta, sono arrivate in Italia 32mila persone, con un incremento del 20% rispetto all’anno precedente”. Lo ha detto Juan Marc Gil, capo missione di Medici Senza Frontiere, in merito al naufragio al largo delle coste di Crotone che ha provocato la morte di oltre 60 persone. “Parliamo di una rotta più silenziosa, non sappiamo cosa accade su quella rotta – ha aggiunto – a differenza di quanto avviene al largo della Libia”.

Msf: “Barca fatiscente non ha retto onde e peso persone”

“È una barca fatiscente che non ha retto né il peso delle persone né le onde alte. Le persone che sono state soccorse non ci hanno parlato di navi della guardia di finanza o della guardia costiera nei paraggi. Hanno raccontato di aver sentito un’esplosione, però nessuno dei soccorsi ha ferite da ustioni”. Lo ha detto Sergio Di Dato, responsabile dell’intervento di Medici Senza Frontiere, al largo delle coste di Crotone. 

Msf: “Conseguenze decreto Piantedosi”

Questo è quello che accade in mare con il decreto Piantedosi, sono le conseguenze del decreto“. Lo ha detto Juan Matias Gil, capo missione di Medici Senza Frontiere, in merito al naufragio al largo delle coste di Crotone che ha provocato la morte di 62 persone. 

Sindaco: “Mancano all’appello 30 persone”

Manca all’appello almeno una trentina di persone”. Lo dice a LaPresse Antonio Ceraso, sindaco di Cutro, in provincia di Crotone, tracciando un bilancio del naufragio avvenuto ieri a Steccato di Cutro, in provincia di Crotone. “È una tragedia immane. Vedere i corpi denudati di donne e bambini e uomini. Vedere i corpi dei bambini senza vita e i soccorritori che si buttano in acqua per far sì che il mare non si riprenda i corpi. Nessun essere umano rimarrebbe impassibile davanti a queste scene. Queste persone arrivano in Italia per disperazione, questo la dice lunga su come vivono nelle loro terre. Il problema deve essere affrontato in maniera globale”, ha aggiunto. 

Pakistan: “Molti connazionali annegati a Cutro”

“Le notizie sull’annegamento” – che ieri mattina ha provocato una strage davanti alla spiaggia di Steccato di Cutro – “di oltre due dozzine di pakistani sono profondamente preoccupanti. Ho chiesto al Ministero degli Esteri di accertare i fatti il prima possibile e dare fiducia alla nazione”. Così il primo ministro pachistano Muhammad Shehbaz. 

Schlein: “Strage pesa su coscienza governo”

 

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