Nell'ambito delle indagini, sentita la Guardia di Finanza. Convalidato il fermo dei presunti scafisti, compreso il 17enne H.I.

Aperta un’inchiesta in procura a Crotone sui soccorsi nei confronti del barcone di migranti che all’alba di domenica si è spezzato in due al largo di Steccato di Cutro. Intanto, sale a 68 il bilancio delle vittime: trovato un altro cadavere. Nell’ambito delle indagini, secondo quanto apprende LaPresse, è stata già sentita la Guardia di Finanza crotonese. Sul mancato salvataggio ha presentato un esposto in procura anche Alleanza Verdi-Sinistra, che spiegherà le sue ragioni in una conferenza a Roma con la senatrice Ilaria Cucchi e i deputati Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni

Visita lampo di Schlein

Ha fatto anche lei una breve visita a Crotone per l’omaggio alle salme dei migranti e trattendendosi con qualche superstite. La neo segretaria del PD Elly Schlein ha effettuato un viaggio lampo in Calabria accompagnata dai deputati Nico Stumpo e Matteo Orfini e dal senatore Nicola Irto.

In particolare la dirigente dem ha incontrato una donna afghana, col viso tumefatto e punti di sutura vicino all’occhio, segni dell’approdo di domenica. In quelle terribili fasi in cui la barca si è sbriciolata tra i marosi a Cutro la migrante ha visto annegare una bimba, mentre un’altra risulta dispersa ed un terzo figlio è positivo al Covid in ospedale. La donna ha chiesto tramite due interpreti alla Schlein di aiutarla a ricongiungersi alla sorella in Germania. La segretaria Pd ha delegato a seguire il caso il capogruppo in consiglio comunale crotonese Andrea Devona.

Convalidato il fermo dei presunti scafisti

Fiamme gialle intanto al lavoro per individuare ulteriori scafisti dopo la convalida dei fermi nei confronti dei primi quattro soggetti indagati. Ieri il gip di Crotone, Michele Ciociola, ha disposto la custodia cautelare in carcere a carico del 50enne turco Fuat Sami e del 24enne pakistano Arslan Khalid, oltre che per il 27enne turco Ufuk Gun che è però irreperibile. Oggi invece è stato convalidato il fermo di H.I., 17enne pakistano, per il quale è stata decretata la custodia in un istituto penale minorile. 

Gip: scafista minorenne segregava migranti in stiva

Nell’ordinanza di custodia cautelare del gip crotonese, si legge che il minorenne era colui che sorvegliava i migranti “nella stiva della seconda imbarcazione” e che li gestiva “secondo le direttive impartite direttamente dagli scafisti”. Il convincimento del giudice viene dalle testimonianze rese dai superstiti del naufragio che hanno indicato “due soggetti pakistani che ci tenevano segregati nella stiva per impedirci di salire sul ponte dell’imbarcazione”. “Ci facevano salire soltanto per esigenze fisiologiche o prendere pochi minuti di aria, prima di farci ritornare nella stiva”.

Gli stessi soggetti pakistani sarebbero quelli secondo la ricostruzione contenuta nell’ordinanza di custodia che “prima di averci fatto imbarcare, ci hanno sistemati in alcune abitazioni messe a disposizione dai trafficanti a Istanbul tipo ‘safehouse’, dalle quali non potevamo uscire perché strettamente sorvegliati”.
Da quel luogo “ci hanno trasferito a mezzo pick-up fino ad un cantiere edile dove, sempre seguendo i loro ordini, siamo saliti su un camion in gruppo da settanta-ottanta persone e ci hanno condotti, dopo un viaggio durato circa sette ore, alla spiaggia di partenza“, raccontano i migranti.

Inoltre, l’ordinanza riporta il racconto di tre pescatori dell’est Europa (due bielorussi e un rumeno), che si sarebbero trovati sulla spiaggia prima dell’arrivo dei migranti naufragati la mattina del 26 febbraio. L’informazione arriva dalle testimonianze raccolte dai carabinieri della Compagnia di Crotone nell’immediato con i tre pescatori che “riferivano che intorno alle ore 4 notavano l’imbarcazione nei pressi di una secca e udivano voci provenienti dalle acque antistanti la spiaggia di Steccato di Cutro”. Uno di loro in particolare notava “a poche centinaia di metri dalla riva del mare un’imbarcazione in legno di medie dimensioni con a bordo tante persone” che “stavano segnalando un sos con le luci del telefono presumibilmente“. Tutto d’un tratto “l’imbarcazione per via del mare agitato e delle forti onde si è ribaltata e contemporaneamente distrutta in diverse parti”, termina il racconto reso ai militari calabresi.

La versione del 17enne

Il 17enne accusato di essere tra gli scafisti e indicato da diversi migranti come ‘facilitatore’ della traversata ha confermato ai giudici la sua versione già resa la mattina del 27 febbraio agli agenti delle forze dell’ordine che lo hanno interrogato, assistito dall’avvocato Salvatore Perri. “Non ho mai aiutato i ‘capitani’, né ho mai riportato a qualcuno i loro ordini, né ho mai ricevuto direttamente ordini da loro e questo possono testimoniarlo anche gli altri migranti – ha affermato il 17enne – Ho fatto il viaggio verso l’Italia solo nella speranza di migliorare la mia vita. Specifico che capitava che i ‘capitani’ chiedessero a noi migranti di riferire di stare tranquilli o altre cose”. Il 17enne ha negato di essere uno scafista o di far parte di organizzazioni che trafficano in migranti. 

Il ragazzo ha raccontato di aver cominciato il suo ‘viaggio’ il 24 agosto 2021 dal Pakistan, per 10 giorni di aver soggiornato in Iran per poi raggiungere Istanbul. In Turchia si sarebbe mantenuto facendo l’operaio in una azienda tessile. Suo zio avrebbe pagato per la traversata 7.600 euro a un intermediario (non è stato in grado di indicare se di nazionalità turca o pakistana) “con l’accordo che nel momento i cui sarei arrivato in ltalia avrebbe sbloccato i soldi”. “Nei pressi dell’arrivo in Italia ho mandato un messaggio vocale – ha aggiunto il giovane indagato – tramite l’app Whatsapp, per sbloccare i soldi collegandomi ad internet del telefono di un altro migrante poiché il mio era sprovvisto di scheda”.

Teste: “Da scafisti nessuna violenza”

Uno dei migranti sopravvissuti al naufragio ha testimoniato che gli scafisti non hanno utilizzato violenza: “So che gli scafisti di solito sono violenti nei confronti dei migranti ma in questo caso non hanno commesso violenze nei nostri confronti, anche perché eravamo segregati nella stiva. Non abbiamo ricevuto acqua o alimenti poiché eravamo già provvisti di bagaglio con i viveri necessari”, ha dichiarato un 28enne afgano secondo quanto riportato dall’ordinanza. 

L’esposto di Alleanza Verdi e Sinistra 

Intanto Alleanza Verdi Sinistra ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica sul mancato salvataggio dei migranti naufragati a Cutro il 26 febbraio.  “I parlamentari di Alleanza Verdi e Sinistra hanno presentato al posto di polizia del Senato un esposto con il quale chiediamo i chiede alla Procura di Roma di aprire una indagine sulle responsabilità ministeriali riguardo la tragica svenuta che è avvenuta a Crotone”, ha dichiarato il co-portavoce nazionale di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, Angelo Bonelli spiegando le ragioni dell’esposto. “La procedura adottata è stata una procedura di Polizia, come se ci trovassimo di fronte a una barca di migranti illegale invece di avviare da subito una procedura di salvataggio. Il super coordinamento sta in capo al ministero dell’Interno e la Guardia Costiera dipende dal ministero dei Trasporti, vogliamo sapere se ci sono state direttive tese a non far uscire le navi della guardia costiera a mare. Chi ha deciso di non mandare a mare le navi della Guardia Costiera? Per quali ragioni questo è accaduto? Per quali ragioni non sono state avviate le procedure di salvataggio?”, ha concluso.

 

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata