L'ex presidente della Camera parla nel processo che lo vede imputato per riciclaggio

L’ex presidente della Camera Gianfranco Fini parla in aula a Roma nel processo che lo vede imputato per riciclaggio per il cosiddetto scandalo della casa di Montecarlo, l’immobile monegasco donato ad Alleanza Nazionale che poi, secondo gli inquirenti, sarebbe stato acquistato dalla famiglia della compagna Elisabetta Tulliani con i soldi dell’imprenditore ‘re delle slot’, Francesco Corallo

“Fui ingannato dai Tulliani”

Fini ha definito la vicenda “per me più dolorosa perché sono stato ingannato da Giancarlo Tulliani e per certi aspetti anche dalla sorella, Elisabetta”. L’ex leader di Alleanza Nazionale è imputato insieme proprio alla compagna, al fratello di lei Giancarlo Tulliani e al padre Sergio Tulliani. “Loro insistettero perché mettessi in vendita l’immobile – ha aggiunto – Giancarlo mi disse che una società era interessata ad acquistarlo ma non sapevo che della società facevano parte lui e la sorella“. “La sua slealtà e la volontà di ingannare e raggirare credo si sia dimostrata in tutta una serie di occasioni”.

“Ruppi con Giancarlo Tulliani quando seppi di acquisto”

“Solo nel 2010 ho appreso della lettera che attestava che il proprietario reale dell’immobile di Montecarlo era Giancarlo Tulliani. In quell’occasione ruppi ogni rapporto con lui“, ha proseguito Fini. “Mi è doloroso ma non ho remore nel dirlo – aggiunge – ho appreso dagli atti che Elisabetta era comproprietaria di quell’appartamento. E solo dagli atti ho appreso che il fratello le aveva bonificato la metà di quanto aveva guadagnato dalla vendita. Per me c’è stato un turbamento forte”.

“Da Laboccetta falsità per astio politico”

“Sono stato coinvolto in questo procedimento in seguito a decine di dichiarazioni palesemente false da Amedeo Laboccetta per un astio politico noto a chi seguiva in quegli anni la politica”, ha detto Fini. 

La tesi dell’accusa

Cuore dell’inchiesta la vendita della casa di Montecarlo, che sarebbe stata acquistata dai Tulliani con i soldi dell’imprenditore, ‘re delle slot’, Francesco Corallo. I fatti risalgono al 2008 e nel procedimento si parla di un giro di riciclaggio di oltre 7 milioni di euro. A tanto ammonterebbero i profitti illeciti accumulati da Sergio e Giancarlo Tulliani, insieme alla compagna dell’ex presidente della Camera. I Tulliani dopo aver ricevuto, attraverso le loro società offshore, enormi trasferimenti di denaro disposti da Corallo, privi di qualsiasi causale o giustificati con documenti contrattuali fittizi, avrebbero trasferito e occultato, con frazionamenti e movimentazioni ad hoc, il profitto illecito del gruppo utilizzando conti accesi in Italia e all’estero. 

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