Nel 2022 il 30% di coloro che si sono rivolte ai centri torinesi aveva tra 68 e 76 anni. Nel 2019 era l'1%

Aumentano le donne over 65 e over 70 che chiedono aiuto per casi di violenza maschile. Economica, psicologica, fisica, quasi sempre domestica. A lanciare l’allarme, in occasione dell’8 marzo, Giornata internazionale per i diritti delle donne, sono i centri antiviolenza Emma onlus di Torino, che aderiscono alla rete D.i.R.E. Quasi un terzo delle donne che si è rivolto alla rete dei centri antiviolenza Emma a Torino nel 2022 aveva tra i 68 e i 76 anni. Il dato nella fascia d’età over 65 è in estrema crescita: nel 2022 si parla del 30%, nel 2021 in questa fascia d’età le donne che chiedevano aiuto erano il 6% del totale, nel 2020 il 5%, nel 2019 soltanto l’1%.

A livello nazionale reperire i dati per queste fasce d’età è molto complesso: l’ultimo specchietto Istat, del 2014, analizza come range la fascia d’età 16-70 anni. Nel 2016 Auser scriveva che “sono possibili stime secondo cui un anziano su tre è vittima di abusi e, di questi 4 milioni, ben 2,5 sono donne”. Auser che aveva anche attivato il progetto ‘Doppiamente fragili’ per donne anziane vittime di violenza. Negli stessi anni a lanciare l’allarme è stata la Sigot, Società italiana di geriatria, e il dato che circolava era un +150% di casi tra le donne over 65. I casi sono senza dubbio in aumento: “Abbiamo avuto anche donne di 90 anni che hanno chiesto aiuto”, spiega a LaPresse Silvia Spadini, operatrice, psicologa e psicoterapeuta in formazione e una delle vicepresidenti di Emma.

Immagine centri antiviolenza Emma onlus Torino
Immagine centri antiviolenza Emma onlus Torino

I motivi sono molti: “C’è più sensibilizzazione e attenzione alla tematica” spiega Spadini. “Il dato non significa tanto un aumento delle violenze ma un aumento di chi chiede aiuto in questa fascia d’età”, spiega ancora. Si tratta di donne che spesso hanno un passato di oltre 30, 40, 50 anni di violenza alle spalle: “Psicologica, economica, fisica”, racconta ancora a LaPresse Spadini. Secondo i dati raccolti da Emma, la maggior parte di queste donne è italiana: “Anzi, quasi la totalità”, dice l’operatrice. “In passato c’era stato qualche caso di donne di origini straniere in questa fascia d’età, prevalentemente di cittadinanza rumena, ma negli ultimi anni quasi la totalità è composta da donne italiane”.

Quello che emerge è di fatto un allargamento della fascia d’età: se la media prima era di 30-50 anni, oggi aumentano sia le richieste d’aiuto sia delle giovanissime che delle più anziane. In Piemonte nel 2021 le vittime di violenze maschile sono state in totale 3.230, secondo dati Istat. Nel caso della fascia over 65, si tratta di donne che subiscono anni di svalutazione e minacce, ricatti, intimidazioni, giudizi. ‘Non sei capace’, ‘Non sei una brava mamma’ o moglie, una brava nonna. Botte e soprusi, anche difficili, spesso, da identificare per la vittima. “La particolarità purtroppo in negativo dei percorsi agli sportelli di queste donne è spesso un rientro nel contesto maltrattante. C’è una maggiore resistenza degli uomini maltrattanti a lasciare il contesto violento, nonostante provvedimenti giudiziari, e delle donne a emanciparsi. Ma l’empowerment è possibile, deve passare questo messaggio” spiega Silvia Sinopoli, anche lei vicepresidente di Emma e avvocata.

La mancanza di dati precisi e di identificazione del fenomeno è collegata a una difficoltà nella risposta: “Queste donne hanno necessità di una compagnia quotidiana che va a scontrarsi con il principio del rispetto dell’autonomia”, spiega Spadini. “Come Emma noi non abbiamo operatrici 24 ore su 24 nei nostri centri, mentre le donne più anziane hanno bisogno proprio di compagnia. Abbiamo adattato la metodologia alle esigenze”. Più di una donna over 70 è stata accolta per diversi mesi: “Per queste donne non ci sono strutture immediatamente disponibili, spesso si pensa alle Rsa ma non sono adatte all’esigenza specifica”, spiega Spadini.

Centri antiviolenza Emma onlus lavora a Torino e città metropolitana con 5 sportelli antiviolenza, 5 strutture per l’emergenza di primo livello, 2 case rifugio, un centro antiviolenza e 2 strutture di autonomia di secondo livello. Gli sportelli si trovano anche fuori Torino: “La vicinanza di uno sportello per una donna anziana è cruciale. Molte richieste d’aiuto in quella fascia d’età sono arrivate a Carmagnola, Rivoli e Nichelino”, spiega Sinopoli. Il numero da contattare h24 è 3664607803, ma il numero più riconosciuto a livello nazionale è 1522, valido ovunque. Nel 2021, secondo dati Istat, sono state 32.017 le donne che hanno chiamato l’1522 in Italia.

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