Avrebbe fotografato i documenti di nascosto per darli al funzionario russo Dmitry Ostroukhov

Trent’anni di carcere. È la pena inflitta dal tribunale militare di Roma a Walter Biot, l’ufficiale di Marina accusato di spionaggio che venne arrestato due anni fa, in un parcheggio alla periferia Sud della Capitale, mentre cedeva documenti top secret a un agente russo, in cambio di denaro. 

Difesa Biot: “30 anni non sono ergastolo, faremo appello”

“Trent’anni anni non sono l’ergastolo. Le questioni poste sono un monolite che porteremo in appello”. Così l’avvocato Roberto De Vita, difensore di Walter Biot, dopo la condanna a 30 anni dell’ufficiale della Marina. “Questa e la prima tappa di un lungo percorso che alla fine darà ragione a Walter Biot – prosegue – Il tema è la prevalenza dello stato di diritto sulla ragion di Stato e le condanne, come i processi, basate su prove segrete non trovano spazio all’interno dell’ordinamento costituzionale italiano”. 

La vicenda riguardante l’ufficiale di Marina

La procura militare aveva chiesto l’ergastolo per Walter Biot, l’ufficiale di Marina che venne arrestato due anni fa, in un parcheggio alla periferia Sud di Roma, mentre cedeva documenti top secret a un agente russo, in cambio di denaro. Biot è sotto processo anche davanti alla procura ordinaria.

Biot è accusato di “procacciamento di notizie segrete a scopo di spionaggio”, “procacciamento e rivelazione di notizie di carattere riservato”, “esecuzione di fotografie a scopo di spionaggio” e “comunicazione all’estero di notizie non segrete nè riservate”.Secondo chi indaga, l’uomo si sarebbe procurato, a scopo di spionaggio politico, notizie che, nell’interesse della sicurezza dello Stato, o comunque nell’interesse politico, interno o internazionale dello Stato, dovevano rimanere segrete, per poi passarle al funzionario russo Dmitry Ostroukhov. Avrebbe fotografato i documenti di nascosto, con uno smartphone dedicato, prima di consegnarne la scheda sd a Ostroukhov, in cambio di 5mila euro. 

L’arresto di Biot è scattato la sera del 30 marzo 2021, quando il militare ha incontrato il funzionario russo in un parcheggio, nel quartiere di Spinaceto, per consegnargli i materiali raccolti e ricevere in cambio la mazzetta di banconote. Biot era attenzionato da tempo e i carabinieri, che hanno condotto le indagini coordinati dalla procura di Roma. A incastrare l’ufficiale, alcuni video che lo riprendono mentre fotografa i documenti riservati ai quali aveva accesso grazie all’impiego presso lo Stato Maggiore di Difesa. 

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