Disturbi alimentari in aumento, +35%

La storia di Fabiana raccontata a LaPresse e l'allarme dell'Aba: "Dopo il lockdown più richieste di aiuto"

In Italia i casi di disturbi alimentari sono in aumento: esperti e medici parlano di emergenza. A lanciare l’allarme a ridosso della giornata nazionale contro i disturbi del comportamento alimentare, che si tiene ogni anno il 15 marzo, è Aba, l’Associazione Bulimia Anoressia. “Dopo il lockdown dovuto al Covid, quindi circa da un anno e mezzo, si è registrato un aumento del 35% delle chiamate di aiuto per problemi di anoressia e bulimia da parte di genitori di bambine di 12-13 anni”, dice a LaPresse Fabiola De Clercq, fondatrice di Aba, sottolineando come sia una “novità allarmante perché quella è un’età già di per sé delicata con la comparsa delle prime mestruazioni”.

A farle eco, per la Giornata del Fiocchetto Lilla, Alessandro Raggi, psicoterapeuta e vicepresidente della Fondazione ‘Ananke di Villa Miralago che racconta a LaPresse come “si sia allargata moltissimo la forbice dell’età dei pazienti. Ci sono pazienti sempre più giovani, così come registriamo esordi sempre più tardivi”. Per Raggi, anche l’identikit del paziente è “molto cambiato rispetto a sette, otto anni fa”, spiegando come “ci sono forme sempre più aggressive e molto più incontrollate di ricorso al sintomo”. I casi “si stanno allargando a macchia d’olio” anche perché “il tessuto sociale e familiare si sta liquefacendo, non c’è più la tenuta di alcune istituzioni che contenevano il paziente”. Anche per De Clercq bisogna mantenere più alto il livello di attenzione: “I genitori se ne devono accorgere: troppo spesso si fa finta di non vedere. E quando la verità è innegabile è troppo tardi. Quando una figlia inizia a dimagrire va immediatamente portata da uno specialista”.

Disturbi alimentari, la storia di Fabiana

Storie di sofferenza, tra cui quella di Fabiana, una ragazza che soffre di disturbi alimentari. “Non esistevo più, esisteva solo ‘devo dimagrire, devo scomparire, voglio essere invisibile'”, racconta a LaPresse. Fabiana ha 23 anni e soffre di disturbi del comportamento alimentare da quando andava alle elementari, ma “questo disturbo ha iniziato a prendere il sopravvento soprattutto alle scuole superiori: erano gli anni in cui ho avuto più vergogna del mio corpo, mi odiavo terribilmente, mi facevo tanto schifo”.

Fabiana racconta la sua vita: “Mi ‘abbuffavo’ e vomitavo, passavo così le mie giornate”, e “i sensi di colpa non ti lasciano più vivere, l’unico modo per sfogarsi è piangere” perché “sono stanca di vedere il mio corpo cambiare continuamente, sono stanca di vedere le nocche della mano rovinate dall’acidità del vomito che ovviamente ti procuri, sono stanca di essere ricoverata”. Una vita a combattere contro qualcosa che non si conosce, poi il Covid che peggiorò tutto “fino a che non chiesi aiuto a mio padre”. “Ho perso tantissimo peso, ho iniziato ad avere atteggiamenti ossessivi con la bilancia, con il vomito, i lassativi, l’iperattività, ma soprattutto, mi ero completamente persa”. Ora la sua lotta continua: “Ancora oggi combatto con questo mostro poco conosciuto, ma così tanto invadente” ma la speranza è che il ‘mostro’ scompaia.