Mirella Gregori aveva 15 anni quando sparì a Roma il 7 maggio del 1983. Ma, a differenza di Emanuela Orlandi, scomparsa nel nulla 46 giorni dopo, il suo nome non ha avuto la stessa eco. Oggi, a distanza di 40 anni dalla scomparsa, dopo l’ok della Camera all’istituzione di una commissione di inchiesta per far luce sulla sorte di entrambe le ragazze, si tornerà ad indagare anche su di lei.”Mamma, scendo, torno tra poco”, furono le ultime parole di Mirella. Uscita, non fece più ritorno nella sua casa in via Nomentana, a Roma. Descritta da tutti come una ragazza normale, era alunna in un istituto tecnico, quel giorno fu chiamata al citofono da una persona che disse di chiamarsi Alessandro ma che lei non conosceva. Dopo un attimo di titubanza – “Se non mi dici chi sei, non scendo”, avrebbe detto – Mirella decise poi di incontrare questa persona alle 15. A quell’ora la giovane disse alla madre che aveva un appuntamento al monumento al bersagliere di Porta Pia con un vecchio compagno di classe. Il ragazzo sarà poi sentito dagli inquirenti e dichiarerà che quel pomeriggio aveva un altro impegno altrove. Da quel momento la famiglia non ha più avuto notizie. Per settimane la vicenda di Mirella passò quasi in sordina sui giornali. Ma poi, un mese e mezzo dopo, il 22 giugno 1983, sparì Orlandi, cittadina vaticana. Fu allora che le storie delle due ragazze si intrecciarono. Emanuela e Mirella non si conoscevano ma, nonostante questo, le storie della loro scomparsa hanno svariati punti di contatto. Ad avvalorare l’ipotesi di una correlazione fu anche una telefonata ricevuta dalla famiglia Gregori in cui un uomo straniero – soprannominato poi ‘l’Amerikano’ – affermò di poter fornire notizie su Mirella in cambio dell’intercessione con l’allora presidente della Repubblica Sandro Pertini affinché liberasse Ali Agca, l’attentatore di Papa Wojtyla. Lo stesso ‘Amerikano’ poi, chiamò la famiglia Orlandi e, anche in quel caso, promise il rilascio di Emanuela in cambio della liberazione del terrorista turco. Diverse sono state le piste investigative seguite in quegli anni. Si è parlato di un regolamento di conti nei confronti della gestione illegale dei fondi dello Ior da parte di monsignor Marcinkus che in quegli anni si trovava al centro di uno dissesto finanziario. Si è poi ipotizzato il coinvolgimento di esponenti della banda della Magliana, di monsignor Pietro Vergari e del fotografo romano Marco Accetti. Tutto archiviato. Ma mentre per Emanuela – cittadina vaticana e figlia di un commesso pontificio – il riferimento agli ambienti religiosi è più immediato, per Mirella è tutto più incerto, flebile. Chi era la persona che l’ha convinta a uscire? Per un periodo fu identificato una delle guardie della gendarmeria vaticana, Raoul Bonarelli, visto intrattenersi con la ragazza. L’istruttoria – un procedimento contro ignoti – fu chiusa e Bonarelli dichiarato estraneo alla vicenda.