Indagini in corso sulla morte di Rkia Hannaoui. L'autopsia ha rilevato che il colpo non è stato esploso da distanza ravvicinata

Indagini in corso a Rovigo sulla morte di Rkia Hannahoui, 31enne di origine marocchina colpita da un proiettile alla testa martedì 28 marzo nella sua abitazione di Ariano Polesine. La donna, madre di due bambini, era ancora viva all’arrivo dei soccorsi, ed è poi deceduta il giorno dopo in ospedale

L’autopsia: sparo non da distanza ravvicinata

Nella giornata di oggi, 4 aprile, sono stati resi noti i risultati dell’autopsia sul corpo della donna: in una nota della Procura si legge che le indagini hanno escluso “che il colpo d’arma da fuoco sia stato esploso a contatto, ovvero a distanza ravvicinata”. L’esito dell’esame ha riscontrato “un foro d’ingresso nella regione temporale sinistra riconducibile ad un proiettile in metallo integro, cal 22 (salvo maggiore approfondimento balistico), poi rinvenuto in regione temporo-parietale destra e avviato agli accertamenti balistici; tale proiettile ha attinto la regione del cranio della vittima con direzione fronto-occipitale, da sinistra verso destra, caudo -craniale”.

Sulla vicenda la Procura della Repubblica di Rovigo ha aperto un fascicolo per omicidio, momentaneamente ancora contro ignoti.

Trovata pistola vicino casa

È stata ritrovata la pistola con cui è stata ferita mortalmente Rkia Hannaoui. L’arma, precisa la Procura in una nota, è stata trovata “nelle pertinenze dell’abitazione” ed è “compatibile con il proiettile rinvenuto sul cadavere della vittima”.

A sparare forse il figlio di 8 anni

Secondo la prima ricostruzione della procura di Rovigo, diretta da Manuela Fasolato, la morte di Rkia Hannaoui sarebbe stata un incidente. Le indagini hanno “accertato che l’omicidio” della donna “è da ritenersi, allo stato, di natura colposa frutto di condotta accidentale e non di condotta dolosa”. E sarebbe stato il figlio della donna, di soli 8 anni, a sparare per errore con una pistola che apparterebbe al padrone di casa. La Procura procederà anche in merito all’omessa custodia dell’arma e dei proiettili. La posizione del bambino, non imputabile, verrà valutata dall’ufficio competente a cui – precisa la Procura – verranno trasmessi gli atti.

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