Sono 16 i morti, al centro dell'inchiesta la somministrazione di un farmaco: "E' sereno e si ritiene innocente", dice il legale

Omicidio volontario: è l’ipotesi di reato, al momento, contestata dalla procura di Foggia nei confronti di un infermiere professionale di 55 anni, nell’inchiesta avviata per accertare le cause del decesso di 16 pazienti ricoverati nell’Hospice di Torremaggiore, in provincia di Foggia). Stando a quanto apprende LaPresse, l’inchiesta sarebbe partita dopo un esposto arrivato alla direzione sanitaria che, a sua volta, lo ha trasmesso alla Procura. Gli accertamenti in atto, delegati ai carabinieri, si riferiscono a pazienti morti nel periodo compreso tra il 14 novembre 2022 e il 23 febbraio 2023. 

Al centro dell’inchiesta della procura di Foggia ci sarebbe la somministrazione di un farmaco. Stando a quanto apprende LaPresse, si tratterebbe del Midazolam che sarebbe stato usato per lenire il dolore dei pazienti terminali. La procura di Foggia ha disposto le riesumazioni delle 16 salme, in modo da eseguire l’autopsia. 

“Il mio assistito è sereno: si ritiene e si dichiara innocente rispetto alla contestazione mossa dalla procura di Foggia”. Lo dice a LaPresse l’avvocato Luigi Marinelli, difensore dell’infermiere professionale di 55 anni, indagato a piede libero nell’inchiesta, coordinata dalla procura di Foggia, e delegata ai carabinieri per accertare le cause del decesso di 16 pazienti ricoverati nell’Hospice di Torremaggiore, nel Foggiano. “Sostiene di aver rispettato un protocollo relativo alla somministrazione del farmaco e il foglio unico di terapia prescritto dal medico”, prosegue il penalista. “Non è andato oltre i suoi doveri”, conclude. 

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