La nota a proposito della condanna di Olindo Romano e Rosa Bazzi

Le condanne all’ergastolo per Olindo Romano e Rosa Bazzi per la strage di Erba “non lasciano spazio a perplessità” come emerge dalla “lettura delle corpose e approfondite sentenze che hanno motivato la condanna all’ergastolo”, “atto imprescindibile e doveroso per chiunque” voglia “formulare pubblicamente osservazioni” sul caso. Lo scrive il procuratore di Como Massimo Astori in una nota, sottolineando che la responsabilità penale dei due coniugi è stata confermata in tre gradi di giudizio nei quali i “giudici hanno espresso valutazioni ampiamente positive delle prove”, accogliendo integralmente in tutti e tre i gradi “le richieste” dei pm.

Procura Como: “In confessioni dettagli minimi e atroci” 

Le confessioni della strage di Erba da parte di Olindo Romano e Rosa Bazzi “sono state dettagliate sino alla descrizione di ogni minimo e più atroce particolare” e sono state “accompagnate da ‘ulteriori e decisive prove emerse’ tali che anche una “‘da sola, avrebbe potuto condurre a un giudizio'” di colpevolezza dei due coniugi. È quanto scrive in una nota il procuratore di Como Massimo Astori, citando in particolare un passaggio della sentenza di primo grado della Corte d’Assise di Como. Le confessioni, ricorda ancora il procuratore citando l’ordinanza della Corte di Appello di Brescia, sono state “spontanee, coerenti e non indotte da suggerimenti o altro” e “ritrattate senza alcuna ragione o prova convincente, se non una scelta difensiva diversa”.

Inoltre, ricorda il procuratore, le confessioni sono state seguite da “ulteriori dichiarazioni confessorie a più interlocutori” e “persino da appunti manoscritti contententi chiare ammissioni” scritte da Olindo Romano in sette occasioni (4 aprile 2007, 5 maggio 2007, 12 giugno 2007, 18 giugno 2007, 23 agosto 2007, 4 settembre 2007, 6 ottobre 2007) più altri 4 senza data e una lettera. Gli scritti “sono stati minuziosamente analizzati, oltre che dalla Corte d’Assise di Como, dalla sentenza della Corte d’Assise d’appello di Milano”.

Sulla strage di Erba “la Procura di Como in questi 16 anni si è consegnata a un doveroso quanto rigoroso silenzio” e auspica che “altrettanto rispetto sia adottato nelle forme e nei contenuti, da tutti coloro che si accostano a questa drammatica vicenda” di cui “rimane il profondo dolore di chi ne è stato colpito”. Lo scrive in una nota il procuratore di Como Massimo Astori chiarendo che la procura “tutelerà nelle sedi e con le forme opportune, l’immagine” della stessa procura “a difesa dei singoli magistrati e della loro correttezza”.

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