Continua la mobilitazione per denunciare una situazione insostenibile: chiesto reddito studentesco

Alcuni studenti dell’Università di Bologna sono accampati – all’interno di alcune tende da campo – davanti a Palazzo Poggi, in via Zamboni 33, per denunciare l’emergenza affitti. “Insieme ai tanti nostri coetanei che si stanno muovendo in diverse città d’Italia, anche noi ci mobilitiamo, come ieri a Roma, per un reddito studentesco e verso lo sciopero generale del 26 maggio”, recita una nota del collettivo ‘Cambiare rotta‘. In questi giorni gli universitari di varie città d’Italia si stanno mobilitando per denunciare la situazione delle case per gli studenti giudicata “insostenibile” a causa “dell’aumento della speculazione edilizia e dei proprietari”.

Dall’altro lato, “le residente pubbliche universitarie sono state smantellate negli anni, a favore di studentati privati o di lusso. Allo stesso tempo, i criteri di merito per accedere a forme ormai minime di welfare come le borse di studio non solo sono insufficienti e filtrati dai ricatti del merito, ma anche a dei compensi non adeguati alla recente inflazione”.

La protesta anche a Torino dove alcuni studenti si sono accampati in tenda davanti al Campus Einaudi. “Siamo qui come Unione degli Universitari di Torino per protestare contro il caro affitti e la crisi abitativa che anche a Torino è molto forte. Chiediamo più investimenti per le residenze pubbliche: infatti negli ultimi anni i posti in termini di unità sono passati da 43 mila a 40 mila. Torino che conta più di 100 mila studenti universitari bandisce ogni anno poco più di due mila posti letto”, racconta a LaPresse Giuseppe Gulino, rappresentante degli studenti di Torino. “Chiediamo alla ministra Bernini l’istituzione di un tavolo così come l’istituzione di un tavolo a livello comunale”, ha aggiunto.

 

Gualtieri: “Gli studenti hanno ragione, vorrei incontrarli”

Il sindaco di Roma Gualtieri interviene sul caro-affitti: “E’ un problema enorme, i ragazzi hanno ragione e io li voglio incontrare. Questo è uno dei punti del nostro Piano casa, è una vergogna che in una città universitaria come Roma gli studenti debbano pagare cifre incredibili per mezze stanze”, ha detto il primo cittadino intervistato da Omnibus su La7. “Siamo un Paese con pochi studentati, ma nel Pnrr ci sono le risorse e noi vogliamo realizzarne a Roma. C’è un mercato degli affitti drogato, non regolato, anche perché manca una legge che limiti i cosiddetti Airbnb”. “Nel nostro Piano casa prevediamo anche una agenzia degli affitti che intermedi tra domanda e offerta dando anche garanzie”. 

Amendola (Pd), usare fondi Pnrr per alloggi universitari

“Ascoltiamo gli studenti che protestano per il diritto alla casa, in difficoltà per aumento affitti e precariato dilagante. Servono risposte immediate. A partire dal #PNRR grazie ai 960mln di euro per nuovi alloggi universitari. Governo, meno chiacchiere su fondi Ue, più concretezza”. Lo scrive su twitter il deputato del Pd, Enzo Amendola.

Unione inquilini, case popolari e residenze per studenti

“Come nei giorni scorsi, subito dopo l’avvio della protesta a Milano, da oggi, l’Unione Inquilini, con delegazioni di famiglie che vivono sulla propria pelle il dramma dello sfratto, porteranno la solidarietà alla protesta degli studenti”. Così Walter De Cesaris, segretario nazionale Unione inquilini. “La lotta, infatti, è una sola: il caro affitti si abbatte come un macigno contro gli studenti e impedisce il diritto allo studio e contro i nuclei familiari devastati dalla crisi economica, dalla disoccupazione e dalla povertà”, aggiunge. Sono “150mila” gli “sfratti in Italia attualmente in esecuzione, di cui il 90% per morosità e altri 300 mila in arrivo nei prossimi mesi a causa della scelta sciagurata del governo di non rifinanziare il fondo sociale affitti e per la morosità incolpevole”, spiega, “un caro affitti derivante dalla liberalizzazione dei canoni e dalla fiscalità di vantaggio di cui gode la rendita immobiliare speculativa del libero mercato, ulteriormente amplificata dalla deregolation incontrollata degli affitti brevi. Due miliardi di costo all’anno per lo Stato senza alcuna contropartita in termini di sostenibilità degli affitti. Un caro affitti che non incontra una offerta pubblica a canone sociale per la assenza di qualsiasi forma di intervento pubblico, tanto che 650 mila famiglie certificate come aventi diritto a un alloggio popolare rimangono in vana attesa”.

“Un caro affitti – aggiunge De Cesaris – che impedisce a centinaia di migliaia di famiglie in Italia di sostenere la pressione dei canoni di mercato e agli studenti di poter completare gli studi. Un caro affitti, quindi, che rappresenta un elemento non solo di iniquità sociale ma di arretratezza del Paese, una zavorra sulla sua possibilità di futuro. Serve un investimento pubblico per incrementare l’offerta di alloggi a canone sociale e per studentati. Serve tassare fortemente lo sfitto e il patrimonio inutilizzato, anche per contrastare la piaga del canone nero, pratica diffusa, in particolare nei confronti egli studenti. Serve eliminare la cedolare secca sul libero mercato degli affitti e per quelli brevi e riversare quelle risorse per sostenere una riduzione dei canoni.

 

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