L'ex sindaca ha rilasciato dichiarazioni davanti alla Corte d'Assise d'Appello per i fatti del 3 giugno 2017: era "opportuno" e "un'opportunità" proiettare la finale di Champions in piazza
L’ex sindaca di Torino Chiara Appendino, oggi parlamentare per il M5S, ha rilasciato dichiarazioni davanti alla Corte d’assise d’Appello di Torino, nell’ambito del processo per i fatti di piazza San Carlo del 3 giugno 2017. “Io oggi qui davanti a voi voglio assumermi la responsabilità di questa scelta. Perché lo ritenevo giusto e nell’interesse della città, mi assumo la responsabilità politica della scelta iniziale“. Appendino ha spiegato che la scelta di proiettare la finale di Champions Juve-Real Madrid in piazza fu da lei ritenuta una scelta non solo “opportuna” ma anche “un’opportunità per la città di Torino”. Appendino, condannata in primo grado a 18 mesi, ha anche aggiunto che “però se mai qualcuno tra coloro che sono stati coinvolti avesse mai sollevato un dubbio o una perplessità, una preoccupazione, io sarei stata la prima a mettere in discussione quello che definirei un input iniziale che rappresentava la volontà mia e della città”.
Appendino ha poi parlato della riunione “alla quale io non partecipai, convocata da Paolo Giordana, il mio capo di gabinetto” per decidere come procedere. Sulla scelta di una piazza aulica Appendino sostiene che a quella riunione emerse la possibilità di usare piazza San Carlo per la proiezione: “Non voglio sfuggire, io quell’indicazione la ho fatta mia”, ha detto l’ex sindaca di Torino, “era la piazza che era sempre stata usata”. Sulla scelta invece di affidarsi a Turismo Torino Appendino ha rimarcato che era stata “rassicurata”: “Non ho avuto nessun dubbio, anzi ripeto ero molto serena” per via della sua affidabilità: “Se mi fosse stato dato il nome di un ente per il quale avevo elementi per poterlo ritenere non affidabile certamente non avrei avvallato la scelta”. Poi ha concluso dicendo di non essere “mai entrata nella fase organizzativa dell’evento, non avevo né il ruolo né la competenza tecnica per farlo, sapevo che c’erano degli organi preposti”. Quindi, ha dichiarato, “per il quadro che c’era allora io ho agito solo ed esclusivamente nell’interesse generale e della città che avevo l’onore di rappresentare quello è stato ciò che mi ha guidato sempre anche per quanto riguarda le questioni per le quali oggi stiamo dibattendo e sulle quali siete chiamati a decidere”.
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