Sono i social network il principale veicolo d'odio, Segre: "Preoccupata, della Shoah resterà una riga nei libri"

In Italia l’antisemitismo viaggia online: la diffusione delle nuove tecnologie, a partire dall’inizio degli Anni 2000, ha visto crescere i reati di odio antisemita. Un dato che è in aumento, così come le denunce, e i social network ne sono il principale veicolo. Numeri e fatti sono stati illustrati nel corso del convegno dell’Oscad, Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori ‘Le vittime dell’odio’, al Memoriale della Shoah, a Milano. A preoccupare, in Italia, è anche il crescente numero di atti vandalici anche contro la memoria della Shoah che si esprime “spesso con commenti di odio” sui social. Prova ne é che tra i ‘bersagli’ vi è la senatrice a vita Liliana Segre, testimone dell’orrore dei campi di sterminio nazisti. Lo scorso 27 gennaio, in 20 sono stati denunciati per ‘odio online’ in seguito alla denuncia presentata dalla senatrice stessa al nucleo delle indagini telematiche del comando provinciale dei carabinieri di Milano.

Sono ebrea, vecchia e donna: raccolgo tutti gli elementi per essere odiata“, ha sottolineato Segre, presente al convegno, parlando di un sentimento “provato verso di me”, ma che “non ho mai trasmesso”.”Non ho mai usato quella parola nelle mie testimonianze – ha sottolineato – perché con quel filo spinato non volevo più avere niente a che fare”. Segre si è detta pessimista se guarda al futuro: “Della Shoah ci sarà solo una riga in un libro di storia, come accaduto per altri eventi e poi non ci sarà più neanche quello”. Per il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, “il pregiudizio è in mezzo a noi” ed è l’humus nel quale l’odio affonda le proprie radici. “Credo – ha sottolineato – che in qualche modo questo fenomeno faccia parte della natura dell’uomo e che esprima uno stato di emarginazione interiore”. Piantedosi ha invitato ad “abbassare i toni” del dibattito pubblico. Una ‘esortazione’ rivolta a “tutta la classe politica e dirigente e all’opinione pubblica” che “devono fare dei passaggi importanti per evitare degenerazioni”.

Il colonnello Antonio Coppola, comandante del reparto operativo del Comando provinciale dei carabinieri di Milano, ha evidenziato che dopo Segre “anche altri hanno denunciato” e ha spiegato che “le fasce di età di chi compiono queste discriminazioni sono tra i 40 e i 50 anni e tra i 60 e 70, distribuiti su tutto il territorio nazionale”. “Sono liberi professionisti, medici, avvocati, ex appartenenti alle forze di polizia – ha aggiunto – Una volta messi davanti alle proprie responsabilità minimizzano la portata del loro odio sui social”.

Dall’inizio degli anni 2000, ha fatto sapere Stefano Gatti dell’Osservatorio Antisemitismo, “abbiamo assistito a una recrudescenza a livello globale” determinata da “crisi economiche, crisi sanitaria e pandemia”, ma la “principale spinta per la ripresa del fenomeno è arrivata” dalla pervasività dell’online.

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