Lo sfarzo e il lusso dell'abitazione sono ancora evidenti nonostante lo stato di abbandono

Vista mare, spazi ampi e ariosi sia interni che esterni. Un mega giardino con decine di palme che si tendono verso l’alto. All’interno, tende drappeggiate e stucchi veneziani, un po’ ovunque, con decorazioni in oro e dipinti persino sui solai. Così si è presentata agli occhi degli amministratori comunali di Vasto (Chieti) la villa del clan Casamonica confiscata dall’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. “Il Comune di Vasto ha manifestato l’interesse all’acquisizione e all’utilizzo dell’immobile al patrimonio comunale per destinarlo a scopi istituzionali o finalità sociali”, ha annunciato Francesco Menna, sindaco della città e presidente della Provincia di Chieti, riferendosi all’immobile.

Un sopralluogo sull’area ha lasciato di stucco alcuni tecnici comunali soprattutto per la cura e lo sfarzo che, nonostante l’abbandono, sono ancora evidenti nella villa tutta tinteggiata di giallo officina. La struttura dell’edificio sembra immortalare gli ultimi 5 minuti, prima dei titoli di coda, di un film sulla mafia. Mobili completamente intatti in cucina e altri nelle tante camere da letto che custodiscono, ancora confezionate, lenzuola pregiate e altra biancheria, diversi abiti restano negli armadi. Camini seminati ovunque quasi in ogni stanza del labirinto. Tra le tante curiosità, nella foresteria c’è un altro caminetto e per terra una montagnola di fiches da gioco. Tante statue in giardino e, tra le più incantevoli, una scultura di ninfa che ascolta il mare da una conchiglia. Per il momento è stato riscontrato un solo abuso nella costruzione, una tettoia di copertura di un porticato, abbattuta.

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