Il 46enne ha compiuto negli anni reiterate violenze sessuali su ragazzi di età comprese tra i 10 e i 15 anni
Violenze sessuali su ragazzi di età comprese tra i 10 e i 15 anni. Con queste accuse, che arrivano dopo i racconti di quattro giovanissime vittime, è stato arrestato vicino a Roma, un insegnante di religione 46enne. La misura cautelare è stata emessa dal gip del Tribunale di Tivoli: l’uomo è indagato per abusi reiterati negli anni su minorenni, tutti maschi. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, ha agito a Tivoli e in altre città d’Italia.
L’arrestato oltre a insegnare religione, aveva incarichi in ambito religioso e “dopo avere creato una relazione di fiducia e amicale con i minorenni e i loro genitori – scrive la procura in una nota – è gravemente indiziato di avere commesso violenze sessuali, specie approfittando di gite organizzate unitamente ad associazioni educative anche di carattere religioso, delle quali faceva parte”. Gli abusi accertati potrebbero essere solo la punta dell’iceberg. Per questo la procura di Tivoli vuole dare risonanza all’indagine e “raccogliere eventuali segnalazioni in ordine a fatti analoghi o in contesti analoghi, di competenza di questa Procura, in considerazione della reiterazione delle violenze in diversi luoghi e ai danni di più minorenni e del fatto che dalle indagini è emerso che le vittime o i loro genitori si erano confidate o avevano segnalato diverse condotte senza che queste emergessero, anche per un clima di sostanziale diffidenza nei confronti delle vittime”.
Abusi anche durante gite
È partita dalla denuncia di una vittima, oggi maggiorenne, l’inchiesta sul 46enne arrestato a Tivoli per violenza sessuale aggravata su minori. Il giovane era stato abusato dall’uomo in passato. L’arrestato, finito ai domiciliari con braccialetto elettronico, è accusato di aver violentato in più occasioni almeno quattro ragazzi, di età comprese tra i 10 e i 15 anni, a partire dal 2016, anche durante i campi scuola e viaggi organizzati dalla parrocchia in altre città. Tra gli episodi contestati anche uno più recente, avvenuto a partire dal 2020, quando l’uomo, nel frattempo sospeso dall’insegnamento, aveva trovato lavoro in una casa famiglia che accoglie minori vittime di abusi. Il 46enne era stato insegnante di religione e vicepreside in una scuola superiore e aveva diversi incarichi, sia da laico nella strutture ecclesiale, sia nell’ambito di un’associazione religiosa che si occupa di minorenni. In base a quanto riferito dagli inquirenti, almeno due segnalazioni di abusi arrivate alle autorità religiose in anni passati non sarebbero mai state trasmesse alla procura di Tivoli, che ha coordinato le indagini della polizia.
Gip su prof religione: “Comprava silenzio e fiducia con doni”
“Era un uomo impossibile da odiare, un secondo padre, una persona conosciuta e ben voluta da tutti”. Così il gip di Tivoli nell’ordinanza con cui ha disposto gli arresti domiciliari per il professore 46enne arrestato per abusi su minori. Secondo il giudice, l’uomo “era capace di comprare il silenzio delle vittime con regali costosi, ma anche con l’ascolto, con la comprensione, con parole adatte a consolare dalle angosce dell’adolescenza“.”Egli non ha avuto scrupoli nell’approfittarsi della fiducia in lui riposta, ignorando completamente le gravi ricadute del suo agire nei confronti dei minori – prosegue – approfittando della loro giovane e complicata età, della loro inesperienza, consapevole che l’acquisto di doni, il tempo loro dedicato, lo svago, le continue elargizioni economiche, unitamente al supporto offerto ai loro familiari, gli avrebbe consentito di ottenere il loro silenzio”.Dalle indagini emerge un soggetto che presenta “totale incapacità di contenere gli impulsi anche a dispetto delle possibili conseguenze dei suoi comportamenti sullo stato psico-fisico delle vittime”.
Procuratore Tivoli: “Omertà come in mafia”
“Il clima di omertà ambientale è molto simile a quello mafioso” . Così il procuratore capo di Tivoli, Francesco Menditto, sul caso del 46enne arrestato per violenze sessuali su minori. “Chi non denuncia deve sapere che avrà sulla coscienza eventuali ulteriori violenze ai danni di altri bambini – aggiunge – Non vogliamo fare processi morali, ma se avessimo avuto subito dall’autorità religiosa tutte le carte, lo avremmo fermato prima”. “I genitori non vogliono accettare la violenza che può avere patito il loro figlio, cercano di coprire, nascondere e non credono al minore – prosegue Menditto – Spesso si rivolgono all’autorità religiosa che tende a tenere la vicenda al suo interno. Uno dei ragazzi, infatti, dice: ‘Io non denuncerò mai perché non mi crederanno e tutto questo non porterà a niente'”.
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