Giulia Tramontano, carrello per spostare corpo comprato 72 ore dopo omicidio

Il ferramenta parla di un "giovane uomo" che ha effettuato l'acquisto

Il sangue di Giulia Tramontano sulle scale della casa di Senago rilevato dal luminol della Scientifica, come a mostrare il percorso seguito dal killer Alessandro Impagnatiello nel trascinare il corpo della 29enne la notte di sabato 27 maggio dall’appartamento alla cantina e poi al box di via Novella 14. Per gli investigatori che indagano sull’omicidio della ragazza incinta al settimo mese di gravidanza ora una delle date chiave è però il 30 di maggio, 72 ore dopo il delitto.

Quel giorno infatti sarebbe stato comprato in un ferramenta il carrello con cui spostare il cadavere e su cui sono state trovate innumerevoli tracce ematiche. L’acquirente un “giovane uomo”, è l’identikit che sarebbe stato messo a verbale dal titolare dell’attività commerciale. Un altro elemento che pare escludere la presenza di complici del barman durante e soprattutto dopo l’assassinio, come sono tornate a ribadire fonti in Procura a Milano: quella di un fiancheggiatore è un’ipotesi suggestiva e anche logica – vista la dinamica degli eventi – ma assolutamente priva di riscontri al momento. Sempre di martedì 30 maggio è un video che spunta su Impagnatiello immortalato per pochi sochi mentre pulisce fuori dall’abitazione. Sono le 15.26 e il 30enne reo confesso usa una spugna per pulire la zona esterna che porta alle scale verso la rampa dei garage nei giorni in cui ufficialmente la ragazza è solo scomparsa. A registrarlo le telecamere di Telelombardia appostate in via Novella con il girato in onda alle 20.30 di giovedì per la trasmissione ‘Iceberg Lombardia’ condotta da Marco Oliva’. Impagnatiello sarebbe stato ripreso anche in altri frame con uno spazzolone e un secchio. 

E’ un filmato che non appartiene agli atti dell’inchiesta della Procura di Milano, non è stato visto né dai carabinieri del Nucleo investigativo, né dalla pm Alessia Menegazzo e l’aggiunto Letizia Mannella che dopo la messa in onda acquisiranno le immagini. Nel pomeriggio nel frattempo vertice al quarto piano del Palazzo di Giustizia con il procuratore capo, Marcello Viola, in vista dell’autopsia sul corpo di Tramontano per venerdì. Gli inquirenti si sono riuniti per formulare alcuni quesiti specifici a cui medici legali dovranno fornire una risposta. Naturale la richiesta della causa della morte ma c’è da risolvere anche il ‘giallo’ del numero di coltellate, inferte dove e come e la compatibilità delle ferite con l’arma indicata da Impagnatiello durante l’interrogatorio di convalida del fermo: un coltello da cucina con lama di pochi centimetri. S’ipotizza che l’aggressione di Impagnatiello possa essere avvenuta alle spalle con una coltellata alla gola che spiegherebbe anche l’assenza di urla – o comunque non sentite da alcun testimone –  da parte della vittima. E’ una delle “varie ipotesi” spiegano gli investigatori. Sul corpo di Giulia sono però state trovate altre ferite, come quelle alle braccia che lasciano immaginare una colluttazione. Il killer di Senago ha fornito nei suoi interrogatori due versioni, entrambe false o molto dubbie: la notte della confessione ha detto che Giulia si stava ferendo da sola e lui l’avrebbe finita per non farla “soffrire”. Davanti al gip ha corretto parlando di ferite auto-provocate accidentalmente cucinando. Le analisi sul corpo daranno una prima verità scientifica.