Così la commissaria Ue per gli Affari Interni. Proseguono le ricerche dei dispersi, i sopravvissuti trasferiti vicino Atene
La commissaria Ue per gli Affari interni, Ylva Johansson, parla del naufragio al largo della Grecia. “Non abbiamo ancora tutte le informazioni su ciò che è accaduto ma sembra che questa sia la peggiore tragedia che abbiamo visto nel Mediterraneo. Sembra che il peschereccio fosse carico di 750 persone e che fosse partito dalla parte orientale della Libia, diretto verso l’Italia. E finora solo in 100 sono stati salvati. Quindi questa sembra essere una delle peggiori tragedie in assoluto“, ha detto rispondendo a una domanda sul naufragio al largo di Pylos, nel corso di un punto stampa nella sede della Commissione europea.
Proseguono le ricerche dei dispersi, i sopravvissuti trasferiti vicino Atene
La guardia costiera greca ha avviato il terzo e ultimo giorno di ricerche nell’area in cui è affondato il grande peschereccio carico di migranti al largo della Grecia. Centinaia di migranti che si trovavano a bordo risultano dispersi e si teme che siano morti. Le ricerche proseguono senza sosta ma le speranze di trovare sopravvissuti sono scarse visto che non è stato più trovato nessuno da mercoledì, quando erano stati recuperati 78 corpi e soccorse 104 persone. La maggior parte dei sopravvissuti è stata trasferita oggi in rifugi per migranti vicino ad Atene da un hangar nel porto meridionale di Kalamata, dove i parenti di chi viaggiava sull’imbarcazione si sono riuniti per cercare i propri cari. Nove persone, tutti uomini provenienti dall’Egitto, di età compresa tra i 20 e i 40 anni, sono state arrestate con l’accusa di traffico di esseri umani e partecipazione a un’organizzazione criminale. Ventisette dei sopravvissuti sono ancora ricoverati in ospedale. Il portavoce della Guardia costiera Nikos Alexiou, citando le testimonianze dei sopravvissuti, ha detto che tra i passeggeri nella stiva del peschereccio c’erano donne e bambini, ma che il numero dei dispersi, che si ritiene sia di centinaia, rimane poco chiaro. I funzionari di un obitorio statale fuori Atene hanno fotografato i volti delle vittime e raccolto campioni di dna per avviare il processo di identificazione.
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