Dalla vittima, che avrebbe rifiutato le avances del suo aggressore o che sarebbe finita al centro di una lite per debiti, sgarri per pochi soldi

Dalla donna “puta” e la droga “cucita in tuta” alla “Sacoche piena di bamba, 2002 mantengo mia mamma”. Torna la ‘galassia trap’ sotto i riflettori dopo il delitto di Primavalle e l’omicidio a coltellate della 17enne Michelle Causo per il quale è stato fermato un coetaneo aspirante trapper. Tanti i riferimenti alla cultura trap nei video sui social del giovane. Ancora mistero sul movente, almeno fino all’interrogatorio di lunedì, davanti al Gip per i Minorenni di Roma. Tutte le ipotesi che circolano sembrano coincidere con le parole d’ordine della ‘cultura trap’ – droga, soldi, donne, carceri e Questure. Dalla vittima, che avrebbe rifiutato le avances del suo aggressore o che sarebbe finita al centro di una lite per debiti, sgarri per pochi soldi, passando per il consumo di droghe con cui l’arrestato si metteva in mostra sui suoi profili social da 13mila follower.

LA DROGA NELLA MUSICA TRAP – La droga – consumata e venduta – in particolare è un riferimento che torna nei testi della musica che ascolta e crea la Generazione Z. È un’evoluzione radicale rispetto ai predecessori rap degli anni Novanta (“Fumo un po’, sposto via la tenda” cantava Neffa, “Cani da canapa” Esa o il celebre ‘Maria ti amo’ di J-Ax) e i Duemila (per i Club Dogo nel 2006 “c’è chi l’impasta la lecca chiude e dopo l’aspira. C’è chi la fa in una riga e dopo la tira, c’è chi la beve tutta alla goccia e dopo delira. Fra la testa gira, fra la testa gira”). Riferimenti se ne trovano anche tra i primi trapper italiani come Sfera Ebbasta che pure cantavano di “Chianti, codeina rosé” o “Sciroppo” che “cade basso come l’MD/Io non cado in basso, sono ancora in piedi”, un riferimento al ‘purple drank’, il mix di bibite sciroppi per la tosse a base di codeina.

Il ‘mito’ dello spaccio e delle piazze torna ossessivamente nell’esegesi dei brani cantati dai nuovi artisti, con un mix di lessico italiano, inglese, francese, spagnolo e arabo dove ‘Kalash’ può fare tranquillamente rima con ‘Haram’ o ‘Garage’. “Mio fratello a fine a giornata conta un ‘palo’ (in slang 1000 euro, equivalenti a ’10 gambe’, NdR) anche se in vacanza, io amici brutti più dei tuoi amici zanza” trappa il 20enne Sami Abou El Hassan alias Sacky con un passato di carcere nel pezzo ‘Bimbo soldato’. Nel testo di ‘Incelefonta’ (“9X21 in cantina incelofanata” il ritornello) lo stesso scrive: “Così diceva la bitch quella sera a Paris, vivono con la droga riempiono di paste le piazze, in un bilo pieno di chili sopra una pila”. Le ‘piazze’ di spaccio tornano anche nel featuring dal titolo ‘Lo sanno’ con il 22enne di origini marocchine Neima Ezza, cresciuto nei quartieri popolari di Milano. Per loro “San Siro-Baggio” sono “piazze di spaccio sotto controllo, cane randagio non è un cane sciolto, nei posti di blocco ti fanno i rolex al polso, me ne fotto, chiedono foto io non li conosco”. Danno anche una spiegazione della loro visione del mondo: “Perdonami mami in Questura zero questionari, fanculo al presente, fanculo al domani“.

Per la Crew Gang 67 e Simba La Rue (Saida Mohamed Lamine, protagonista della faida con Baby Touché nella quale ha quasi perso una gamba) “Prendo un chilo del kaboom […] una settimana e lo pago faccio stare bene la piazza, tutti mirano il capo, zero debiti in piazza non diamo soldi allo Stato” cantano nella autoesplicativa ‘Piazza di spaccio’. “Non mi calma un chilo, pensa a come far fuori il nemico”, è la versione di Mikush feat. Packy in ‘Cosa Nostra’.

Di nuovo Simba la Rue con il celebre Baby Gang che ha passato la vita a fare dentro-fuori dalle comunità per minori e poi dal carcere: “Ho un amico latitante da un anno, l’altro appena uscito dal gabbio, di farsi la galera se sbatte il cazzo, fucili d’assalto, non fare il matto […] quartieri banlieue, mi trovi in piazza ogni orario a fare la mula (fare i soldi, NdR) perché in Italia non c’è trabajo. Italia droga, mafia e cocaina, Italia tutto Denaro Messina, Italia Stato figlio di puttana, paghi tutti i danni che hai fatto prima”.Il trapper Néza aveva un “sogno” che “non era fare il cantante ma farla franca, fare il trafficante”. Sarebbe stata la consolazione perché “soldi non li ho avuti mai, l’amore mi ha dato solo guai“. Per chiudere con il più ‘vecchio’ anagraficamente Nico Pandetta, nipote del boss mafioso ‘Turi’ Cappello’ e anche lui con precedenti per spaccio ed evasione, che su youtube fa numeri da capogiro. Il solo video di ‘Pistole nella Fendi’ ha oltre 59 milioni di visualizzazioni. “Affari sporchi coi fra scappati a Malaga, lei conta soldi io tolgo lo sky-mask”. E ancora: “Soldi verdi, gialli e viola, baby tranquilla non ti lascio sola, rimani qui fino a stasera perché ho comprato Gucci, Fendi e Christian Dior. Storie di vita vera, viva la vida loca, puttana la galera, prima vendevo droga, c’era la piazza piena, adesso sotto il palco è tutto pieno anche stasera”.

DONNE, SOLDI E VIOLENZA NELLA MUSICA TRAP – Sempre Pandetta offre il ‘manifesto’ della visione di donne e soldi – spesso in connessione fra loro in un rapporto complesso di desiderio e odio – nella cultura trap: “Mi ferma al posto di posto blocco, vuole solo una foto, tre anni fa mi ricordo solo che il mio conto era vuoto, ora partita vinta, non mi serve una spinta, occhio che la tua tipa se mi guarda resta incinta”. O ancora: “Maresciallo non ci prendi, pistole nella Fendi, un’ora sei stipendi. Sono con la mia fan dentro il club, coca e rum, compro tre appartamenti, pago in pezzi da 20, è tutto total black sia il Monclaire che il mio tour”. “In strada sempre in tuta, l’amore non si giura, quello che dico è vero tranne quando sto in Questura, pacchi pieni di mula, per mio frate è una cura”.

In ‘Lecco City’ Baby Gang lo afferma più dritto che può: “Odio frate la fama più di quanto odio la fame, odio fra quella puttana, di più di quanto odio suo padre, odio frate chi infama, il carabiniere e sua madre”. La rabbia il rapper l’ha giustificata in almeno due modi: “Io faccio vedere le armi in un video, loro mi entrano in casa e non trovano un c****. È così, stiamo giocando – disse in un’intervista – Quando mi trovano qualcosa mi arrestano e hanno vinto loro, 1 a 0 per loro. Poi sarà 1 a 1, 2 a 1 per me”. In suo testo però ha scritto anche “la prima rima in una cella poi l’ho abbandonata, canto di strada mica di come l’ho lasciata”. Tutto questo odio (anche dopo essere diventati famosi e aver fatto i soldi) c’è chi lo spiega in maniera diversa. Di nuovo Gang 67 e Simba la Rue: “Paura di nessuno mio padre picchiava forte, 100mila follower te li stampava in fronte”.

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