Il cittadino ceceno è accusato di aver ucciso il 22enne toscano a Lloret de Mar in Spagna, nell'agosto 2017

Ventitre anni di carcere. È la sentenza con cui la Corte d’Assise d’Appello di Roma conferma la condanna di primo grado nel procedimento a carico di Rassoul Bissoultanov per l’omicidio di Niccolò Ciatti. L’accusa chiedeva la pena dell’ergastolo con il riconoscimento delle aggravanti di crudeltà e futili motivi. Ciatti morì nel 2017 dopo un violento pestaggio subito in una discoteca in Spagna. Nel processo di primo grado, che si è concluso il 7 febbraio scorso, Bissoultanov era stato condannato in primo grado. 

Il padre di Niccolò: “Questa giustizia non ci rappresenta” 

Non aver riconosciuto le aggravanti “per un ragazzo ucciso in quel modo” “non è buon segnale“. Così Luigi Ciatti, padre di Niccolò, commenta la sentenza di appello che ha stabilito una condanna a 23 anni di carcere per Rassoul Bissoultanov. L’accusa chiedeva l’ergastolo. “Noi ce l’abbiamo messa tutta per Niccolò – prosegue il padre della vittima, visibilmente commosso – ma purtroppo non siamo riusciti e non riusciamo a dargli quel minimo di giustizia che si meriterebbe. Evidentemente c’è qualcosa che non va in questa giustizia, soprattutto spagnola ma anche italiana, così poco sensibile e che non ci rappresenta”.”Chi commette certi crimini deve pagare e non scordiamoci che l’imputato, oramai riconosciuto colpevole, è libero perché fuggito e nessuno lo cerca”, aggiunge. Bissoultanov “continua la sua vita, mentre a Niccolò gliel’ha tolta – conclude – andiamo avanti ma ci rendiamo conto che non esiste una giustizia terrena che possa aiutarci a superare quanto accaduto. Ora aspettiamo di raggiungere il nostro Niccolò“.

Legali famiglia: “Aggravanti andavano riconosciute”

“Siamo soddisfatti perché tutte le richieste dell’imputato sono state rigettate, continuiamo a ritenere sarebbe stato opportuno che l’aggravante dei futili motivi fosse stata riconosciuta“. Così gli avvocati Angnese Usai e Massimiliano Stiz, legali della famiglia Ciatti, commentano la sentenza d’appello che ha portato alla condanna a 23 anni di carcere per Rassoul Bissoultanov.”Di fronte a una morte causata con tale violenza – proseguono – non è emerso in causa nessun motivo che non sia futile”.

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