L'uomo che ha investito e ucciso il campione di ciclismo sarà interrogato dagli inquirenti

Wolfgang Rieke, il camionista che lo scorso 30 novembre ha investito e ucciso il campione di ciclismo Davide Rebellin a Montebello Vicentino, sarà consegnato all’Italia in esecuzione del Mandato d’arresto europeo emesso in seguito alle indagini per omicidio e omissione di soccorso svolte dalla Procura di Vicenza e carabinieri del Reparto operativo. La decisione relativa all’autista di un’impresa di spedizione tedesca è stata presa lo scorso 20 giugno dalla Corte regionale tedesca di Hamm che ha disposto contemporaneamente la scarcerazione dell’uomo (sostituita da obbligo di residenza nel domicilio e di comunicazione delle variazioni dello stesso, l’obbligo di firma ogni venerdì e l’obbligo di rispondere ad ogni convocazione dell’Ufficio della Procura Generale di Hamm). Ora si attende la definizione del procedimento di consegna che compete ai ministeri della Giustizia di Roma e Berlino. La Procura berica guidata da Lino Giorgio Bruno è in contatto con l’Ufficio affari internazionali di via Arenula che a sua volta s’interfaccia con il corrispondente ufficio tedesco. Una volta consegnato all’Italia Rieke sarà interrogato dagli inquirenti e ha già dato disponibilità ad essere sentito. Affronterà il processo per la morte di Rebellin sottoposto anche in Italia alle misure alternative al carcere disposte dalla Corte tedesca.

La dinamica dell’incidente

La dinamica ricostruita dalla Procura di Vicenza sull’incidente del 30 novembre pressi della rotatoria lungo la strada regionale 11 in direzione Montebello Vicentino, vede Rebellin travolto dall’autoarticolato Volvo con targa tedesca alla guida del quale viaggiava Wolfgang Rieke. Dopo lo scontro l’uomo è sceso dal mezzo, si è avvicinato alla vittima che giaceva a terra, per poi risalire a bordo e ripartire. Le immagini delle telecamere di sorveglianza di zona e le parole dei testimoni, alcuni dei quali avevano fotografato l’investitore, hanno indirizzato le ricerche e presto si è arrivati all’impresa di spedizioni tedesca con sede a Recke nella Renania Settentrionale per la quale lavorava il camionista. Dopo l’ordine di indagine europeo, il mezzo è stato posto sotto sequestro, e nel gennaio scorso analizzato dagli inquirenti italiani che nel corso di un sopralluogo in Germania hanno riscontrato sul paraurti i segni dell’incidente, nonostante qualcuno avesse tentato di ripulirli con un detergente acido e la targa del rimorchio fosse stata sostituita. Le consulenze tecniche avrebbero anche accertato come il conducente avesse a disposizione visibilità diretta e indiretta che consentiva di percepire e vedere il ciclista sulla carreggiata: il mezzo era dotato di una telecamera alla base dello specchio lato passeggero che si attiva automaticamente nel momento in cui viene inserita la freccia sul lato destro.

“Pluralità di violazioni di norme comportamentali”

Secondo il Gip che ha firmato il mandato di arresto, “il decesso del Rebellin è da imputare esclusivamente ad una pluralità di violazioni di norme comportamentali da parte di Rieke nella conduzione dell’autoarticolato nei momenti antecedenti all’impatto con il ciclista”. L’uomo è stato portato inizialmente in carcere a Munster, in stato di arresto provvisorio. Il camionista accusato di omicidio stradale e omissione di soccorso con fuga risulta anche aver pattegiato una pena al Tribunale di Foggia nel 2001 per aver violato l’obbligo di fermarsi durante un incidente con feriti, pena poi estinta nel tempo. Nel 2014 gli era stata ritirata la patente per guida in stato di ebbrezza dalla Polizia stradale di Chieti.

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