La denuncia di Camillo D'Alessandro, coordinatore regionale di Italia Viva: "Nel 2019 lo stesso sindaco lo aveva già fatto"

A Villa Santa Maria, in provincia di Chieti, riappare, per la seconda volta la scritta ‘Dux’. “Nel luglio del 2019 il sindaco fece la stessa cosa, lo stesso sindaco. Ciò provocò una grande eco nazionale sollevando polemiche arrivate in Parlamento e nelle cronache nazionali”. Lo ha denunciato a LaPresse Camillo D’Alessandro che, 4 anni fa, se ne occupò come deputato della Repubblica e oggi porta avanti la sua battaglia come coordinatore regionale di Italia viva.

“Siamo a Villa Santa Maria, nel Sangro dei patrioti della Brigata Maiella, a uno sguardo dal loro sacrario. Per la seconda volta, il sindaco ha deciso di fare riemergere la scritta ‘Dux’ impressa sulla roccia dalla propaganda fascista, cioè di un criminale che firmò le leggi razziali e condannò alla morte milioni di italiani – ha spiegato D’Alessandro – Il tempo e il disonore nel tempo hanno cancellato quella scritta, il sindaco la fa riemergere per la seconda volta. Non vorrei che per farlo siano addirittura stati impiegati fondi pubblici. Libero di farlo proprio perché non c’è più un ‘Dux’ che domina ormai solo sulla pietra – ha concluso il coordinatore – La domanda è perché? Può darsi che non ci si renda conto che proprio quel nome, proprio nel Sangro, proprio anche a Villa Santa Maria ha rappresentato dittatura, morte, dolore e fame? Quando si normalizza la vergogna che è stata, la vergogna continua a vivere”. 

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