La vittima, 63 anni, si chiamava Mara Fait
L’avrebbe uccisa con l’accetta che usava per tagliare la legna di casa: due colpi netti, buttando l’arma del delitto lungo la strada verso la caserma dei carabinieri di Rovereto, in Trentino, dove si è costituito. E’ l’epilogo dell’omicidio di Mara Fait, 63 anni, infermiera in pensione di Noriglio. Il vicino di casa, 48 anni di origini albanesi, è ora rinchiuso nel carcere di Spini di Trento. L’uomo, dopo l’omicidio, si è costituito ai carabinieri di Rovereto.
“Ho ammazzato la mia vicina di casa”, avrebbe detto l’uomo suonando alla caserma dei carabinieri. Ultimo atto di mesi di dissapori di vicinato, stando alle prime ricostruzioni degli inquirenti. L’uomo ha atteso la vittima, che stava rientrando a casa dopo una passeggiata serale con la madre 80enne. Alla finestra il figlio, testimone oculare del delitto. Le indagini sono affidate alla pm Viviana Del Tedesco. “Quando l’ho vista non ho capito più nulla” ha detto il killer.
La vittima aveva chiesto invano il codice rosso
Esasperata dalle ripicche e dalle minacce del vicino di casa, Mara Fait aveva chiesto l’attivazione del ‘Codice rosso’, il programma di tutela delle donne e dei soggetti deboli che subiscono violenze, atti persecutori e maltrattamenti. Richiesta che, a quanto si apprende dai legali dell’infermiera in pensione di 63 anni uccisa ieri sera dal vicino di casa a colpi di ascia a Noriglio, in Trentino, è rimasta inascoltata. La vittima è stata aggredita a morte da un 48enne di origini albanesi residente nella stessa palazzina della vittima con cui, da almeno tre anni, i rapporti erano talmente tesi da essere sfociati in reciproche querele. Dalle indagini svolte dai carabinieri, l’assassino avrebbe atteso la vittima sotto casa e poi, dopo aver buttato l’ascia in un cespuglio, si è costituito in caserma.
Italia Viva: “Serve indicare una rotta per contrasto”
“Ogni volta che ci troviamo di fronte a un femminicidio, a una nuova vita strappata via, a una famiglia distrutta, ci ripetiamo, quasi come un mantra, che senza interventi strutturali e integrati, non saremo in grado di fermare questa spirale di violenza. Da vice presidente della Commissione d’inchiesta sul femminicidio nella scorsa legislatura, ho avuto modo di toccare con mano quei dati avvilenti, quelle statistiche che ogni giorno scuotono il nostro Paese: in Italia, una donna ogni due giorni e mezzo viene violentemente uccisa. E questi numeri ci dicevano, senza mezzi termini, che sarebbe accaduto di nuovo, non sapevamo dove, ma sarebbe riaccaduto, presto. Ora basta retorica, serve indicare una rotta seria nel contrasto alla violenza contro le donne. Per il Trentino abbiamo in programma la strategia provinciale contro la violenza sulle donne e ci impegniamo ad attuarla urgentemente #riformistiperscelta”. Lo dice Donatella Conzatti, componente della cabina di regia nazionale di Italia Viva e coordinatrice del partito in Trentino Alto Adige, in merito al delitto.
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